Il Pg di Cassazione presenta la memoria sul caso Open Arms (in vista dell'udienza di dicembre) e smonta le tesi dei pm sul ricorso "per saltum": gli scenari
SI COMPLICA IL RICORSO CONTRO MATTEO SALVINI PER I PM DEL PROCESSO OPEN ARMS: IL GIUDIZIO DEL PG CASSAZIONE SMONTA LE TESI
Il ricorso “per saltum” presentato dai pm della Procura di Palermo contro il vicepremier Matteo Salvini, nell’ordine del processo Open Arms, subisce un colpo fortissimo che potrebbe già predefinire l’esito della sentenza finale prevista nei prossimi mesi: a meno di due settimane dalla prima udienza fissata in Suprema Corte sul caso relativo allo sbarco dei migranti dalla nave ong nell’estate 2019 – e che già ha visto la piena assoluzione dell’allora Ministro dell’Interno Salvini dalla Corte d’Assise di Palermo – il procuratore generale della Cassazione ha presentato una memoria di quasi 50 pagine che esprime profonde perplessità circa l’operato dei giudici accusatori.
Tanto nel contenuto dell’atto, quanto nella forma di un anomalo “ricorso per saltum” – ovvero saltando il ricorso in Appello e finendo direttamente in Cassazione – non vi sono elementi che porterebbero ad un qualsivoglia reato compiuto dal leader della Lega, tantomeno quello di sequestro di persona. Secondo alcuni stralci pubblicati sui quotidiani di oggi, occorre ritenere che il ricorso su Open Arms «non dimostra la sussistenza di tutti gli elementi dei reati contestati», e dunque non vi sarebbero le motivazioni per mantenere una posizione accusatoria tale da far ripartire il processo.

La memoria è un atto preliminare, ma sarà direttamente la Procura generale a presentare durante la prima udienza della Cassazione – in programma il prossimo 11 dicembre 2025 – i propri pareri molto critici nei confronti dei pm di Palermo, anche se per il momento non vi sarebbero contenuti le richieste esplicite di rigettare l’impugnazione di tale ricorso.
LA SODDISFAZIONE DEL VICEPREMIER E LE PROSSIME TAPPE DEL PROCESSO
«Prendo atto con soddisfazione», è il commento del vicepremier Matteo Salvini nell’osservare la memoria della Procura generale della Cassazione sul fatto che «non sussistono i reati» contestati al politico in merito al processo Open Arms. Va ricordato che la richiesta di procedere con un ricorso direttamente in Cassazione venne presentata dalla Procura di Palermo lo scorso luglio, suscitando nuove polemiche per un comportamento considerato dagli ambienti vicini al Governo come «ostinata» sul ritenere Salvini colpevole nonostante il giudizio netto del primo grado decretato il 20 dicembre 2024.
Secondo la memoria della Procura generale di Cassazione, i giudici siciliani non hanno argomentato in sede di impugnazione di legittimità eventuali elementi «indefettibili» che prevederebbero la volontà dell’allora Ministro di «voler privare della libertà personale» i migranti della Open Arms. L’udienza dell’11 dicembre vedrà la Suprema Corte presentare le motivazioni di questa memoria e procedere nel dibattito che potrebbe arrivare a sentenza tra la fine del 2025 e l’inizio del prossimo anno.
Da ultimo, il procuratore generale ritiene che non vi siano vicinanze e similitudini tra il caso Open Arms e quello Diciotti, dove lo Stato italiano lo scorso marzo è stato condannato a risarcire i migranti sbarcati dalla nave dello Stato italiano nel 2018: «quel verdetto è in ambito civilistico», in primo luogo, e dunque ha natura molto diversa dal risvolto penale messo in accusa dai pm di Palermo contro Salvini.
In secondo luogo, le vicende sono solo simili in termini vaghi, ma non possono essere usate come giurisprudenza per configurare l’accusa di sequestro di persona a carico del vicepremier: infine, secondo la memoria del Pg, mancherebbe la prova definitiva per cui realmente Matteo Salvini avrebbe privato della libertà i migranti della Open Arms. Di fatto così la sua posizione ricade molto vicino a quella dei giudici della Corte d’Assise di Palermo che riconobbero come il «fatto di reato non sussiste».
