Orsini: New Generation UE, sostenibilità, meno burocrazia. Il Piano Confindustria su investimenti, energia e patto istituzionale per salvare competitività
Nel corso dell’assemblea nazionale 2025, Emanuele Orsini – presidente di Confindustria – ha presentato un Piano industriale straordinario per affrontare l’ormai non troppo remoto rischio di deindustrializzazione che incombe sull’Italia e sull’Europa; al centro della proposta, un mix sinergico di investimenti pubblici e privati, una drastica semplificazione delle norme e una rinnovata visione della sostenibilità che tenga in considerazione non solo l’ambiente, ma anche il fattore economico e quello sociale.
Orsini ha ribadito con chiarezza come le recenti politiche dell’UE abbiano in parte frenato la competitività, a causa di un’eccessiva insistenza sulle regolamentazioni ambientali, spesso non accompagnate da strumenti finanziari di supporto adeguati: da qui, l’idea di lanciare un “New Generation EU per l’industria”, sulla scia del piano post-Covid, capace di sostenere innovazione e transizione verde attraverso un mercato dei capitali davvero integrato e operativo.
Per Orsini, l’Europa deve urgentemente ridurre il peso della burocrazia che rallenta investimenti e progetti rimarcando come le imprese italiane ed europee abbiano già investito miliardi nella riduzione delle emissioni, ma senza un contesto normativo chiaro e un sostegno concreto, settori come la siderurgia, il vetro e la carta rischiano l’estinzione e a sostegno della sua tesi, ha richiamato dati eloquenti: l’industria europea è responsabile solo del 6,7% delle emissioni globali, pur contribuendo per il 15% al PIL mondiale, un paradosso che mette in discussione l’equilibrio attuale delle politiche ambientali.
Altra questione critica riguarda i costi energetici, definiti da Orsini un “dramma quotidiano” tanto per le famiglie quanto per le imprese: per risolvere il problema, ha esortato il governo italiano ad accelerare il disaccoppiamento tra il prezzo del gas e quello delle fonti rinnovabili nella bolletta, proponendo inoltre di rivalutare l’energia nucleare come opzione strategica e non più ideologica.
Orsini: nuovo patto pubblico-privato per l’Italia e un’Europa più rapida e unita
Oltre agli interventi strutturali, Orsini si è rivolto direttamente alle istituzioni, sindacati e forze politiche: serve – ha detto – un nuovo patto nazionale che superi le divisioni e favorisca la collaborazione tra pubblico e privato, ricordando inoltre, come nei momenti di crisi il Paese abbia dato prova di tenuta proprio grazie alla coesione tra i vari attori sociali ma oggi è necessario un salto di qualità perché troppi successi imprenditoriali nascono dallo sforzo individuale e non da una strategia condivisa – ha osservato – ribadendo che le istituzioni devono tornare ad ascoltare e sostenere l’iniziativa produttiva.
Sul fronte estero, Orsini ha espresso forte preoccupazione per la minaccia di dazi al 50% annunciata da Trump, ma anche per la lentezza decisionale dell’UE, che rischia di penalizzare ancora di più l’industria europea; ha quindi invitato Bruxelles a rimediare agli errori della precedente Commissione, come l’eccesso di regolazione settoriale, e ad adottare meccanismi più rapidi e flessibili, adattandosi alla contemporaneità.
Alla presenza della presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, ha chiesto un impegno deciso per rilanciare una visione industriale comune e strategica, un’Europa che non si limiti a diagnosticare i problemi, ma che sappia anche curarli, e anche in fretta; il presidente di Confindustria ha anche ribadito la necessità di rafforzare strumenti come Industria 5.0 e i contratti di sviluppo, semplificandone l’accesso e riducendo i tempi delle procedure.
In un momento così complesso, ha affermato, bisogna convincere gli imprenditori a investire, ma per farlo servono certezza normativa, tempistiche rapide e una governance più affidabile; solo un’azione coordinata tra Roma e Bruxelles potrà evitare un collasso industriale che, se lasciato al caso, rischia di diventare irreversibile.
