Orso Maria Guerrini/ “Quella degli attori è categoria infame. Diabolik il rimpianto”
Il celebre attore Orso Maria Guerrini e i cinquant’anni di carriera: “Ci sono centinaia di motivi per non fare questo lavoro”

Noto testimonial di una marca di birra per il suo baffo, ma anche protagonista tra grande e piccolo schermo per cinquant’anni: Orso Maria Guerrini è ancora in prima linea, anche se il mestiere non è mai stato dei più semplici. Intervistato da La Verità, l’ottantenne ha ripercorso la sua carriera e la battaglia degli interpreti per ottenere il voce-volto, ovvero che la tv pretendesse che l’attore parlasse con la sua voce. Un problema che oggi non c’è, complice la presa diretta, ma i guai non mancano.
Secondo Orso Maria Guerrini il problema di oggi è quello dei sussurratori: “Molti dei giovani, non dico tutti per carità, si capisce che sanno di non dire bene le battute, per cui parlano a voce bassissima e molto velocemente in maniera tale da coprire il misfatto di non sapere pronunciarle. A volte sul set trovo difficoltà a capire quello che dicono”.
Orso Maria Guerrini a tutto tondo
Orso Maria Guerrini ha sottolineato di non essere mai entrato nella cordata di film d’autore italiano che gli sarebbe piaciuto fare, semplicemente perché non gli è stata data l’opportunità: “Capitava più facilmente che facessi film con gli stranieri, rispetto agli italiani”. Il baffo della pubblicità Moretti ha poi ricordato la piccola parte ne Il conformista di Bernardo Bertolucci, poi tagliata: “Se Bertolucci me lo ha comunicato? No, scherziamo, non sono cose che si fanno. Ha il diritto di farlo il regista, ha il diritto di farlo il produttore, tutti hanno diritto. La nostra è una categoria infame. Infatti, quando mi chiedono per amicizia di preparare un giovane per l’esame di ammissione all’accademia, faccio più volentieri corsi di dissuasione, elencando centinaia di motivi per non fare questo lavoro”. L’Italia è un Paese senza meritocrazia, ha aggiunto Orso Maria Guerrini, che ha poi aggiunto di avere un solo rimpianto, ovvero non aver interpretato il ruolo di Diabolik: “Negli anni Ottanta mi concessero i diritti cinematografici gratuitamente, li portai a un produttore milanese, che dicevano fosse ben messo in Rai, ma poi fu travolto da Mani pulite. Mi mangio ancora le mani!”.
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