Il telegramma di Papa Leone XIV, l'appello del Patriarca Pizzaballa: il dolore (e la speranza) della Chiesa dopo l'attacco alla comunità di Gaza
IL TELEGRAMMA ADDOLORATO DI PAPA LEONE XIV VERSO I CRISTIANI DI GAZA
«Verso le 8 di questa mattina un proiettile partito da un thank israeliano, dicono per errore partito, ha colpito la chiesa della Sacra Famiglia a Gaza»: è lapidario il Patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, nel commentare l’orrendo attacco alla chiesa cattolica, l’ultima rimasta nella Striscia di Gaza. In pochi minuti arriva anche il telegramma di Papa Leone XIV che si dice addolorato per quanto successo, invocando subito il cessate il fuoco nell’area in quella definita sempre più una «guerra insensata».
Il telegramma con la firma del segretario di Stato in Vaticano, il cardinale Pietro Parolin, riporta il pensiero del Papa nello scrivere alla parrocchia dove padre Gebriel Romanelli è rimasto ferito (per fortuna lieve) nel bilancio finale dell’attacco israeliano alla piccola chiesa nel quartiere palestinese di al-Zaytun, ad est di Gaza City. Una decina di feriti, due purtroppo i morti, enorme lo spavento e lo choc per i circa mezzo migliaio di cristiani presenti nella piccola comunità cattolica che ancora, a fatica, cercando di prestare soccorso alla popolazione schiacciata tra i raid di Israele e la morsa terroristica di Hamas.
Al parroco Romanelli, ferito ad una gamba e curato nell’ospedale di Al-Ahli, Papa Leone XIV si rivolge in maniera accorta: «sono profondamente rattristato e addolorato per l’assalto alla parrocchia», scrive il Santo Padre affidando le anime dei fedeli morti alla misericordia amorevole di Dio Onnipotente. Il Papa con tutta la Chiesa assicura la continua «vicinanza spirituale» all’intera comunità, oltre che quella materiale al Patriarcato di Gerusalemme nel continuare i difficili contatti con la comunità della Sacra Famiglia. Pur nel dolore di morti e feriti, Papa Leone XIV ribadisce la «profonda speranza di dialogo, pace e riconciliazione» in tutta la regione medio orientale.
LA PREOCCUPAZIONE DEL PATRIARCA PIZZABALLA: “QUESTA GUERRA INSENSATA DEVE FINIRE”
La gente come è noto vive all’interno del complesso della chiesa cattolica, circa 500 tra cristiani e non accolti dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza: lo spiega in collegamento con Rai News24 il Patriarca Pizzaballa che testimonia le ultime informazioni percepite nel colloquio con padre Romanelli.
«Il parroco è stato curato in ospedale, ma la vera preoccupazione sono per gli altri feriti visto che gli ospedali non hanno materiali per curare praticamente nessuno»: il cardinale si dice del tutto «non sono amante delle denunce», ma ad un certo punto, visto la situazione, occorre farsi sentire.
«Dopo la nostra denuncia a Taybeh in Cisgiordania qualcosa si smosso per una maggiore presenza militare nell’area, ma c’è ancora molto da fare»: Pizzaballa si riferisce all’attacco avvenuto lo scorso weekend presso il villaggio cristiano di Taybeh, in Cisgiordania, vittima di attacchi ripetuti dei coloni israeliani nell’area.
DAL VILLAGGIO ATTACCATO ALLA CHIESA COLPITA: IL GRIDO DI DOLORE DAI CRISTIANI IN MEDIO ORIENTE
Sempre in collegamento con la Rai dal Medio Oriente ha parlato, dopo il telegramma di Papa Leone XIV, anche padre Ibrahim Faltas, vicario del Custode di Terra Santa: «2 morti, 13 feriti di cui 3 gravi», spiega in diretta a RaiNews24 il sacerdote vicario. Solo pochi giorni fa i principali responsabili delle chiese in Medio Oriente, con annesso il Patriarca Pizzaballa, si erano dati appuntamento per una preghiera simbolica presso il villaggio cristiano di Taybeh, in Cisgiordania.
Ebbene, è lo stesso Faltas a svelare come ancora nelle scorse ore altri coloni sono entrati in un’altra chiesa appena fuori la Striscia di Gaza, sempre nella West Bank. «I negoziati sarebbero a buon punto ma ormai sembra una storiella come “al lupo al lupo”, e quel “lupo” non arriva mai. I morti a Gaza sono a decine ogni giorno, va finita questa guerra insensata, oggi ancora di più», ravvisa il cardinale Pizzaballa nel suo ultimo collegamento con la Rai.
Sentito poi dai media del Vaticano, il Patriarca latino di Gerusalemme ribadisce tanto ora quanto è avvenuto in tutti questi due anni di guerra in Medio oriente, la Chiesa non intende lasciare sola la popolazione devastata da guerra e fame: «non li lasceremo mai soli». Alla promessa di Pizzaballa si unisce l’impegno dell’intera Chiesa Cattolica mondiale di spingere anche diplomaticamente affinché con Israele non debbano mai più avvenire casi del genere, «dobbiamo proteggere la nostra gente».