Cardinale Parolin sui tanti "pezzi" di un baratro per la possibile guerra mondiale: niente occupazione di Israele a Gaza, rischio escalation con la Russia
L’ORLO DEL BARATRO DI UNA GUERRA MONDIALE: LE PREOCCUPAZIONI DEL VATICANO CON IL CARDINALE PAROLIN
Papa Francesco la chiamava in tempi non sospetti “terza guerra mondiale a pezzi”, ma quanto stiamo assistendo in questi tempi purtroppo non sembra essere qualcosa di molto lontano: il cardinale Pietro Parolin di fatto condivide il commento amaro dettato ieri dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l’essere «sull’orlo del baratro» per quanto in corso tanto nell’est dell’Europa quanto nel drammatico scenario in Medio Oriente. Una guerra globale a diversi pezzetti, con svariati responsabili, ma con un minimo comune denominato: l’odio e la violenza, spesso sfociati nelle guerre più terribili.
«Condivido quello che ha detto il Presidente Mattarella, siamo sull’orlo del baratro, è una giusta analisi nel senso che c’è una escalation»: dopo i tantissimi proclami di pace, il Segretario di Stato in Vaticano fa proprio sia l’invito del Quirinale che soprattutto le parole di pace di Papa Leone XIV. Secondo il cardinale Parolin il tema è tanto delicato quanto necessario da ribadire a più riprese: siamo veramente in un momento di grande pericolo».
Coi giornalisti che lo hanno intercettato a margine di un evento ecclesiale, e appena dopo le udienze in questi giorni con il Presidente di Israele Herzog e il Presidente polacco Nawrocki, il porporato capo della diplomazia cattolica riflette sulle terribili notizie in arrivo da Gaza e dopo la crisi in Polonia per i droni forse russi che hanno violato lo spazio aereo vicino alla Russia.
Non v’è un attimo di ripensamento, spiega ancora Parolin, del cammino intrapreso finora: «C’è il rischio di una escalation senza fine e dello scoppio di una guerra a più largo raggio», ovvero proprio quella guerra mondiale “a pezzi” che in più parti del globo alimentano violenze su violenze. La diplomazia del Vaticano, spiega ancora il Card. Parolin, sta lavorando giorno e notte per provare a distendere le parti in conflitto, «noi parliamo con tutti i protagonisti».
Nel giorno in cui la Polonia schiera al confine con Bielorussia e Russia ben 40mila soldati come “deterrente” ad una guerra sempre più temuta, e dopo venti internazionali sempre più drammatici, l’invito di pacificazione e fraternità che proviene dalla Santa Sede resta una delle rarissime voci bianche in un mondo che non sembra fare mai un passo verso il raziocinio e la sicurezza dei popoli.
IL CAOS IN MEDIO ORIENTE E L’OCCUPAZIONE A GAZA “SMENTITA” DAL PRESIDENTE DI ISRAELE
Dal baratro dello scenario tra Ucraina, Russia, Bielorussia e Paesi NATO, al dramma incessante in Terra Santa e in generale in tutto il Medio Oriente: qui il cardinale Pietro Parolin riflette con la stampa su quanto emerso appena pochi giorni fa con l’importante (e discussa) visita del Presidente israeliano Herzog in udienza privata presso la Santa Sede. Dopo aver incontrato Papa Leone XIV, il capo dello Stato Ebraico ha avuto un proficuo colloquio con la Segreteria di Stato e i vari protagonisti della diplomazia cattolica: ed proprio in quell’incontro che Parolin svela un tema tutt’altro che marginale, in quanto «da Herzog è venuta l’assicurazione che non vi sarà alcuna occupazione di Gaza».
Il Segretario di Stato afferma di crederci realmente, anche se si aspetta di vedere i fatti ora dopo le parole del Capo dello Stato: dopo le insistenti domande dei giornalisti, Parolin ha infine commentato fuori da un convegno presso la casina Pio IV come ogni iniziativa volta ad aiutare la popolazione palestinese a Gaza è ben venuta, compresa la Global Sumud Flotilla, ma non solo. L’impegno della Chiesa è per non favorire scenari e vicende “mediatiche”, ma favorendo piuttosto tutto quanto (anche di silenzioso) si muove per aiutare la popolazione civil, «le operazioni umanitarie se possono servire ad aiutare a risolvere le crisi umanitarie sono tutte utili».