Coloni contro i cristiani in Cisgiordania, per il cardinale Parolin non è una persecuzione ma è comunque inaccettabile: condanna per le violenze in Nigeria
COLONI IN CISGIORDANIA: COSA HA DETTO IL CARDINALE PAROLIN (CHE TORNA A COSÌ A CRITICARE ISRAELE)
Sebbene non possa essere derubricata come una autentica persecuzione – come quelle che purtroppo nel 2025 colpiscono 5,4 miliardi i cittadini nel mondo che vivono in Paesi senza piena libertà religiose – le violenze compiute da alcuni coloni israeliani in Cisgiordania contro i villaggi cristiani sono considerati «inaccettabili» dal cardinale Pietro Parolin, che torna così a criticare lo Stato di Israele dopo le polemiche delle scorse settimane.
Intervenuto a margine della presentazione del Rapporto 2025 di ACS (Aiuto alla Chiesa che Soffre) sul dramma delle persecuzioni religiose, il Segretario di Stato in Vaticano risponde ai giornalisti che presso il Pontificio Istituto Augustinianum hanno assistito ai numeri e i drammi choc che ogni anno passano nel silenzio quasi totale dell’opinione pubblica mondiale in merito a violenze contro la fede cristiana cattolica. Ma è in particolare sugli scenari in Terra Santa che si concentrano le domande nei giorni in cui la tregua in corso a Gaza è messa a rischio alle continue violazioni di Hamas – con risposte di Israele – sul cessate il fuoco.
«La Chiesa è preoccupata per la tregua», ammette il Segretario di Stato di Papa Leone XIV, nonostante rimanga una grande e piena «speranza per il Piano di pace» messo in campo dagli USA di Trump e dai Paesi Arabi. Secondo il cardinale Parolin gli scenari in corso sono ancora molto traballanti, così come non è affatto risolta la vicenda delle continue vessazioni che i cristiani nei villaggi in Cisgiordania patiscono sotto i coloni israeliani.
«È un problema complesso, che non può essere definito persecuzione», rileva il prelato aggiungendo però come tali violenze «non possono essere accettate dalla Santa Sede»: i cristiani vivono in quelle terre in maniera normale e non è giusto che siano «oggetto di cotanto accanimento nei loro confronti». Come sottolineava lo stesso Patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pizzaballa, visitando il villaggio cristiano attaccato lo scorso luglio da alcuni coloni, «il diritto dovrebbe essere la legge, non la violenza o la forza».
ATTENTATI AI GIORNALISTI E VIOLENZE IN NIGERIA CONTRO I CRISTIANI: L’INTERVENTO DEL SEGRETARIO DI STATO IN VATICANO
Dalla Terra Santa al resto dei mondo, il problema che ancora oggi non viene superato è la prevaricazione costante del diritto internazionale e del rispetto della dignità umana, con la Chiesa Cattolica in prima fila per destare le coscienze di tutti su questo punto: «il rispetto di ogni persona e comunità è uno degli articoli (il 18 della Dichiarazione Universale, ndr) meno rispettati e messi in pratica», eppure è il fondamento dei diritti umani e tocca ogni nazione. Per il cardinale Parolin tale preoccupazione è globale, e va ben oltre gli scempi visti in questi anni nel Medio Oriente.
Le violenze e le persecuzioni contro i cristiani in Nigeria sono materia all’ordine del giorno, tutt’altro che centrale nell’opinione pubblica mondiale: «lì c’è una guerra sociale con anche tanti vittime musulmane, ma restano gruppi estremisti che continuano ad usare la violenza contro tutti coloro che si oppongono, cristiani, islamici e quant’altro». Nel ricordare le varie persecuzioni presenti tanto in Occidente quanto in Oriente, il Segretario di Stato si sofferma anche sul recente inquietante attentato contro il giornalista italiano Sigfrido Ranucci, per fortuna rimasto illeso: «rischiamo un clima di intolleranza», denuncia Parolin che ritiene come troppo spesso le libere espressioni «non vengono più accettate».
IL RAPPORTO SULLE PERSECUZIONI CONTRO I CRISTIANI E LA CENTRALITÀ DELLA LIBERTÀ DI FEDE
Il diritto alla libertà è un valore essenziale, un baluardo che consente ad ogni persona di «perseguire la verità e costruire società eque», rileva ancora il Card. Parolin commentando il Rapporto ACS 2025 che illustra le 62 nazioni con gravi violazioni del diritto di libertà religiosa registrato nel solo ultimo anno.
Diventa così sempre più centrale, secondo la Santa Sede, che il pieno diritto di fede e di libertà religiosa venga garantito e difeso da ogni nazione, tanto a protezione degli individui quanto delle stesse comunità religiose: la libertà donata da Dio non sia ostacolata da barriere giuridiche e da desideri meschini di gruppi di potere, «uomini e donne ovunque meritano la libertà da qualsiasi forma di costrizione in materia di fede, che si tratti di sottili pressioni sociali o palesi obblighi statali», conclude il cardinale Pietro Parolin.