Scopriamo qualcosa di più sulla misteriosa “pasta del conclave”, un piatto povero le cui origini appaiono sconosciute
Molto probabilmente, se siete degli appassionati di food e di cucina in questi giorni vi sarete sicuramente imbattuti nella cosiddetta “pasta del conclave”. Che cosa è, e soprattutto, qual è la sua ricetta? Proviamo a capirci di più grazie all’aiuto degli esperti di Cook del Corriera della sera, a cominciare dal dire che, come precisa Mila Fumini, di questa ricetta povera non vi è traccia nei vari documenti ufficiali riguardanti le elezioni del Papa negli anni addietro. Si possono solo fare delle ipotesi fra miti e leggende, ma in generale sono tutti concordi nel dire che si tratta di un piatto povero e semplice. Di fatto sono solo tre gli ingredienti alla base della pasta del conclave, leggasi la pasta ovviamente, e si può utilizzare sia quella lunga che quella corta (non viene indicato un formato specifico), quindi troviamo il burro e infine il parmigiano.
Si tratta di fatto di una pasta in bianco, quindi quella che solitamente si cucina quando le persone sono un po’ indisposte o vengono da un periodo di malattia, e che proprio per questo risulta essere facilmente digeribile a meno che non si è intolleranti ai latticini. Nel corso degli anni e della diffusione “della leggenda”, sono emerse delle rivisitazioni della stessa pasta del conclave, ad esempio con l’aggiunta del pepe, ma c’è anche chi ha deciso di optare per il pecorino invece che per il parmigiano, dandole quindi un classico tocco di “romanità”.
PASTA DEL CONCLAVE, POVERA E SEMPLICE MA LE ORIGINI…
Secondo l’esperta Fumini, l’origine della ricetta resta comunque un mistero, quindi non è ben chiaro perchè si chiami “pasta del conclave”, visto che non risulta essere collegata alla stessa elezione del Papa. Del resto, precisa ancora l’addetta, neanche la “dieta dei Cardinali è normata”, di conseguenza non è da escludere che si tratti di una tradizione semplicemente tramandatasi a voce.
Vi è invece più certezza in merito al fatto che questa pasta sia sempre stata povera e semplice, soprattutto per contrapporsi a piatti più elaborati e golosi che poco si sposano con un evento così importante come appunto il conclave. Non è da escludere che si sia deciso di chiamarla così come “rimando ad un piatto da regime di clausura” visto che questa povertà di ingredienti fa pensare ad una persona che si trovi “forzatamente” rinchiusa e senza godere di una dispensa ricca e quindi degli ingredienti per cucinare un piatto sfizioso.
PASTA DEL CONCLAVE FORSE INTRODOTTA DA PAPA GREGORIO X?
C’è comunque qualche indizio che collega la pasta in questione al Vaticano. Nel 1274, quando venne istituito il Conclave, l’allora Papa Gregorio X impose delle regole rigide anche in cucina, di modo da accelerare i tempi dell’elezione. Nel dettaglio, venne deciso di ridurre i pasti dei cardinali da tre al giorno a uno solo, qualora l’elezione fosse durata più di tre giorni. Nel caso in cui il conclave si fosse protratto oltre gli otto a quel punto i porporati avrebbero mangiato solo pane, acqua e vino. Ecco perchè sembra che dopo il terzo giorno l’unico pasto servito fosse proprio la leggendaria “pasta del conclave”, anche se ovviamente non vi è certezza a riguardo.
Chissà se la vicenda verrà mai chiarita fino in fondo o se la pasta del conclave resterà nascosta nella sua segretezza, un po’ come tutto ciò che del resto accade in queste ore una volta che si sono chiuse le grandi porte di legno della cappella Sistina. Certo è che la pasta del conclave potrebbe essere uno degli ultimi pasti del cardinale prescelto prima di diventare appunto il nuovo Papa e magari sarà proprio lo stesso a svelare il secolare mistero che si nasconde dietro questo piatto così povero ma così famoso in tutto il mondo.
