Il vaccino contro il cancro potrebbe essere a breve una incredibile realtà. In un mondo farmaceutico e scientifico, che va sempre più di pari passo con le nuove straordinarie tecnologie, una cura contro il tumore, male che affligge il mondo ormai da secoli, potrebbe a breve comparire negli ospedali di tutto il mondo. Ne ha parlato con l’Huffington Post il professor Giuseppe Pelicci, Direttore della Ricerca e Chairman del Dipartimento di Oncologia Sperimentale dello Ieo, che sull’argomento si è detto decisamente ottimista: “Non è una novità che la comunità scientifica pensi attivamente ad utilizzare i vaccini contro il cancro. Ma negli ultimi anni c’è stato uno straordinario, incredibile avanzamento tecnologico che rende più efficace, più fattibile e meno tossica la procedura e quindi assisteremo ad una notevole accelerazione. Anzi, la comunità scientifica si sta scatenando!″.
Come aggiunge lo stesso Pelicci, la svolta è giunta negli ultimi anni grazie alla tecnologia dei vaccini ad Rna, quella che è stata utilizzata anche per produrre i due vaccini contro il covid di Pfizer e Moderna: “E’ sotto gli occhi di tutti quanto rapido sia stato il processo – prosegue ancora il docente – certamente possiamo guardare al futuro con più ottimismo. E’ come dire: la strada per arrivare sulla vetta sarà in salita, sarà dura, ma la conosciamo, sappiamo che c’è, ed è solo una questione di percorrerla. Altra cosa quando lei vede la cima del monte davanti a sé e non si sa dove camminare. La strada potrà essere difficilissima, ci potranno essere mille crepacci, ma la vediamo e la percorreremo”. L’idea è quella di somministrare il vaccino contro il cancro con due metodologie differenti: “O lo spariamo nel paziente e in qualche modo arriverà a tutte le cellule del corpo compresa quella dendritica, ed è quello più brutale. L’altro è più sofisticato: si prende la cellula dendritica del paziente, in vitro la si carica di antigeni tumorali, e la si ri-infonde nel paziente”.
PELICCI E IL VACCINO CONTRO IL CANCRO: “LA PIATTAFORMA E’ PRONTA”
E i tempi sembrerebbero essere davvero maturi: “La piattaforma è pronta, i due approcci anche e adesso c’è stata quest’accelerata tecnologica. Poi c’è il vaccino personalizzato”. Infatti ogni forma di tumore risulta essere differente dall’altra, di conseguenza non sarebbe possibile utilizzare un approccio univoco contro tutti i pazienti: “Non avremo mai un vaccino universale, ma un vaccino che funziona, ad esempio, per il 10% nel polmone, 5% per il melanoma e 4% per il colon, è più ragionevole: perciò, non un vaccino universale, ma una serie di vaccini per una serie di tumori”. Quindi Pelicci ha concluso con un’ulteriore dose di ottimismo: “Attualmente c’è qualche decina di trial clinici sparsi per il mondo, ancora a metà strada tra il vecchio e il nuovo e le posso garantire, perché vedo il movimento, che ne partiranno molti di più nel prossimo anno”.