Nella notte tra sabato e domenica si è ripetuto il pellegrinaggio da Macerata a Loreto cui hanno partecipato migliaia di persone
Abbiamo camminato in decine di migliaia nella notte fra sabato e domenica, dalla Fiera di Macerata al santuario di Loreto. Circa 28 km fra la campagna e le dolci colline marchigiane. Pregando, cantando, ascoltando racconti di vita.
La domanda è: perché? Perché migliaia di persone si sono fatte prima mezza giornata di pullman attraversando l’Italia sotto il solleone e poi 8 ore di cammino notturno, vincendo sonno e stanchezza, per partecipare alla 47esima edizione del pellegrinaggio Macerata-Loreto?
Per un desiderio di performance e per poter dire agli altri e a se stessi “anche quest’anno ce l’ho fatta?” (gli habitué sono tantissimi, io compreso).
Forse per qualcuno si. Negli ultimi anni va di moda “timbrare” le varie vie (Francigena, Romea, di Francesco, ecc).
Ma per la stragrande maggioranza no. Non butti via un weekend e ti trascini in salita con i crampi alle gambe (tosti gli ultimi km in saliscendi verso il Santuario) per dire che c’eri.
E quindi? Perché? Io penso fossimo tutti lì per un bellissimo gesto di fede. Quella fede che ha bisogno anche di aspetti tanto semplici quanto popolari. Sì perché da Macerata a Loreto ha camminato un popolo: ragazzi, mogli, nonni, mamme, mariti, suore e operai, preti e manager…
Ognuno con il suo carico di attesa e di speranza, di domande e di fatiche custodite nel cuore e offerte alla Madonna, quella Madonna nera che allo spuntar dall’alba ogni anno ti attende sottoforma di statua nella grande via in discesa che porta al Santuario, ti sorride e ti accoglie in un abbraccio.
Ma il popolo è anche quello, ogni anno stupefatto, che osserva i pellegrini dai bordi delle strade e sui balconi, in silenzio religioso o in preghiera come le migliaia di persone che ininterrotte sfilano. E ci sta che ti osservino alle 23 o alla mezzanotte, ma ne trovi anche alle 3 del mattino, ogni anno rapiti dallo spettacolo di quella gente per la quale normalmente la fatica e un’obiezione, come per tutti, e invece cammina quasi con allegria.
“Il pellegrinaggio è una particolare manifestazione di chiesa – ha detto san Giovanni Paolo II in un video di saluto ai pellegrini dell’edizione del 1993 proiettato prima che il cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione per le cause dei santi, celebrasse la Messa che ha dato il via alla 47ma edizione -. Anzi, il pellegrinaggio è proprio la Chiesa stessa. Voi pellegrini non siete solo una somma di individui, siete una comunità e in questa comunità ognuno di voi trova Cristo”.
Ed è così. Ognuno di noi nella notte marchigiana è andato a cercare Cristo. Come Giovanni e Andrea che al Messia chiesero “Maestro, dove abiti”. Ecco “dove abiti” e’ stato il titolo dell’edizione 2025 di un gesto che nacque nel 1978 quando un giovane sacerdote, Giancarlo Vecerrica, insegnante di liceo, si inventò il cammino per ringraziare della fine dell’anno scolastico.
Le poche decine di studenti presenti alla prima edizione sono diventate negli anni le decine di migliaia di persone che hanno camminato nella tiepida notte marchigiana. E monsignor Vecerrica è ancora lì a guidare il gesto, pregando e cantando, a 85 anni.
Mercoledì 11 giugno è andato a Roma da papa Leone a far benedire la fiaccola che sabato notte ha acceso il braciere dedicato alla Madonna alla Fiera di Macerata e ha rivelato al Pontefice il segreto della sua longevità: la fiducia nella Santa Vergine.
E in effetti, adesso che anche quest’anno è finita e, con le gambe diventate pezzi di legno, sei sul pullman per tornare a casa, sei ancora più consapevole che quei 28.000 metri scanditi dalle Ave Maria sono stati 28.000 metri di consegna fiduciosa alla Madre di Cristo.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.