CONFERMATA LA GRAZIA DI BIDEN PER QUASI TUTTI I CONDANNATI A MORTE: ECCO CHI SONO I TRE CHE RISCHIA LE PENA CAPITALE
Lo scoop del WSJ è stato ora reso ufficiale dalla Casa Bianca: il Presidente uscente degli Stati Uniti Joe Biden ha ufficializzato la grazia per 37 dei 40 condannati a morte a livello federale. In termini pratici, il leader Dem ha commutato la pena capitale in ergastolo come uno degli ultimi atti presidenziali prima dell’insediamento il prossimo 20 gennaio 2025 del suo successore Donald Trump.
Seguendo il consiglio del Ministro della Giustizia, Biden ha deciso di non “salvare” 3 dei condannati a morte che dunque ora continuano a rischiare l’esecuzione capitale nei prossimi mesi/anni: si tratta di tre detenuti condannati per gravi attentati sul suolo americano, motivo per cui non si è voluto “inimicare” familiari delle vittime e semplici elettori. Si tratta nello specifico di Robert Bowers, Dzhokhar Tsarnaev e Dylann Roof. Il primo è l’autore della strage antisemita nella sinagoga di Pittsburgh nel 2018, il secondo è invece l’attentatore alla Maratona di Boston nel 2013, mentre il terzo non graziato è il killer di 9 afroamericani nella chiesa metodista di Charleston nel 2015. Si conferma “decisiva” la telefonata e le interlocuzioni con Papa Francesco negli scorsi giorni, a cui va aggiunta una possibile “dose” di convenienza elettorale per un Partito Democratico che vuole imputare al nemico Trump la volontà di mantenere attiva la pena di morte in alcuni Stati USA (che per primo Biden non ha mai rimosso, pur avendolo promesso in campagna elettorale).
DOPO LA GRAZIA AL FIGLIO, BIDEN PRONTO AD ANNULLARE MOLTE CONDANNE A MORTE NEGLI USA
Uno degli ultimi atti da Presidente degli Stati Uniti per Joe Biden potrebbe essere la “grazia” per la maggior parte dei condannati a morte negli Stati americani dove ancora permane la pena di morte in vigore: l’anticipazione clamorosa arriva dal Wall Street Journal che, citando fonti vicine alla Casa Bianca, riporta della “grazia di Natale” in arrivo come uno degli ultimi atti della Presidenza Dem. Dopo aver deciso di condonare la grazia (anche retroattiva) al figlio Hunter Biden, il Presidente uscente in seguito ad una telefonata con Papa Francesco avrebbe deciso di rimuovere la condanna a morte per quasi tutti coloro in procinto di essere giustiziati nei prossimi mesi/anni e che dunque si trovano al momento nel braccio della morte dei penitenziari Usa.
Che sia un tentativo di propaganda demagogica in extremis (perché infatti aspettare gli ultimi giorni da Presidente Usa per siglare una grazia del genere quando si poteva farlo subito?) o un convincimento, seppur tardivo, invitato dal colloquio telefonico di qualche giorno fa con il Pontefice cattolico, la decisione finale arriverà entro Natale e dovrebbe appunto vedere quasi tutti i condannati a morte. Secondo le fonti del WSJ l’unico vero nodo da sciogliere è se far rientrare nella grazia presidenziale anche i condannati per crimini d’odio e terrorismo: in questo senso, il Ministro della Giustizia dem Merrick Garland avrebbe consigliato al Presidente di non rimuovere la pena di morte per i condannati di tali reati, come ad esempio Robert Bowers (attentato alla sinagoga di Pittsburgh nel 2018) o Dzhokhar Tsarnaev (attentato alla maratona di Boston nel 2013), o ancora il killer di 9 persone nella chiesa metodista in South Carolina nel 2015, tal Dylann Roof.
L’IMPEGNO DELLA CHIESA CONTRO LA PENA DI MORTE E LA TELEFONATA BIDEN-PAPA FRANCESCO
A pesare sulla scelta finale di Biden quella promessa mai mantenuta prima fin dalla campagna elettorale contro Trump nel 2020: «abolirò la pena di morte», cosa però mai riuscita e nemmeno abbozzata dal Presidente dem in questi 4 anni. Le pressioni dalle associazioni per i diritti umani in America nei confronti della Casa Bianca sono intatte da anni, eppure il secondo Presidente americano cattolico della storia (dopo JFK, ndr) potrebbe essere stato particolarmente convinto dalla telefonata con Papa Francesco in vista dell’ultima udienza concessa da Bergoglio al leader Dem uscente il prossimo 10 gennaio 2025.
In una recente prefazione al libro di Dale Recinella, cappellano cattolico laico che per anni nel braccio della morte in Florida ha aiutato e accompagnato verso l’esecuzione capitale decine di condannati a morte, il Santo Padre ha parlato della testimonianza di vita incredibile che questo semplicissimo cappellano ha reso agli Stati Uniti e al resto del mondo. Per Papa Francesco e per l’intera Chiesa Cattolica, la pena di morte non può e non sarà mai una soluzione davanti alla violenza di chi ha ucciso vite innocenti: «Le esecuzioni capitali alimentano un senso di vendetta» e non fanno affatto giustizia, nel senso cristiano del termine. Oltre a parlare di guerra e tregua di pace in Medio Oriente e in Ucraina, tra i temi toccati dalla telefonata Bergoglio-Biden vi era appunto stata anche la preoccupazione del Santo Padre per la situazione dei detenuti condannati a morte negli Stati Uniti: come riporta il Vaticano in una nota, nel 2018 Papa Francesco ha addirittura cambiato il Catechismo della Chiesa per ribadire la piena inammissibilità della pena di morte, in quanto, «la dignità umana non viene meno nemmeno quando una persona commette un grave crimine». Che sia dunque per propaganda politica anti-Trump o per sincero convincimento o pentimento “cristiano”, il fatto che almeno 40 vite saranno risparmiate – pare – dalla pena di morte è di per sé una notizia positiva da cui si attende ora l’ufficialità.