Andare in pensione a 61 anni è possibile a patto di aver soddisfatto delle condizioni importanti. L'INPS ricorda di far domanda entro il 1° maggio.
Coloro che vogliono andare in pensione a 61 anni devono esser consapevoli di dover inoltrare la domanda rispettando delle specifiche tecniche ben precise, come lo ha precisato l’ente previdenziale nella sua circolare 801 uscita recentemente.
Il vantaggio è di poter uscire nel 2026 con largo anticipato rispetto al trattamento ordinario, non considerando il potenziale ritardo dell’età pensionabile che potrebbe verificarsi nel prossimo biennio a causa della rivalutazione sull’aspettativa di vita secondo i dati ISTAT.
Come andare in pensione a 61 anni il prossimo anno
I contribuenti che sono consapevoli di poter andare in pensione a 61 anni di età sanno che possono farlo usufruendo della Quota 97,6. Per esser certi di poterne godere è indispensabile aver compiuto 61 anni e sette mesi e soprattutto aver svolto un’attività usurante.
L’INPS – nella sua circolare 801 – specifica che la scadenza del 1° maggio (per inviare la domanda), dev’essere rispettata per non causare ritardi nell’erogazione del trattamento previdenziale, dunque chi sbadatamente dovesse inoltrare la richiesta dopo tale data, non sarà escluso dal beneficio ma potrebbe percepire il cedolino tardivamente.
Abbiamo specificato – oltre all’età anagrafica – che il futuro pensionato deve aver svolto per gran parte della sua carriera (oppure per 7 anni consecutivi nei 10 precedenti), dei lavori usuranti, descritti nell’articolo 1 del Decreto Legge numero 67 dell’anno 2011.
I lavori usuranti con Quota 97,6
Per poter definirsi “lavori usuranti” è indispensabile rientrare nelle categorie citate nell’articolo 1, numero 67 di 14 anni. Nello specifico ci si riferisce alle attività svolte nelle miniere, nelle gallerie, presso le cave, i luoghi ad altissima temperatura, negli interventi con il vetro cavo, a contatto con l’amianto e nei luoghi a spazio molto stretto.
Possono aderirvi anche i lavoratori che hanno svolto le loro ore di attività di notte, nell’arco temporale che va da mezzanotte fino alle 05 del mattino e per un minimo di sessantaquattro notti all’anno. Oppure, sono ammessi anche coloro che hanno svolto – nel medesimo tempo – almeno tre ore ma in tutti i dodici mesi.
La Quota 97,6 implica il versamento dei contributi per 35 anni, mentre il requisito anagrafico potrebbe differire in base al tipo di contratto stipulato sul lavoro.
