Riuscire a promettere le pensioni 64 anni d'età è un'impresa molto complessa. Complice la difficoltà nel reperire le risorse finanziare.
Nell’ultimo periodo il Governo starebbe ragionando sul garantire le pensioni a 64 anni di età. Una soluzione che però non limiterebbe la platea di beneficiari soltanto a coloro che hanno versato tanti anni di contributi, ma anche a chi si trova nel sistema discontinuo e misto.
In questo frattempo molti esponenti e partiti politici hanno provato a proporre delle soluzioni, e la più concreta al momento sembra esser la soluzione di Tridico, che permetterà l’uscita anticipata ma con una penalizzazione.
Cosa comporteranno le pensioni a 64 anni?

Per garantire le pensioni a 64 anni di età l’erario deve fare dei sacrifici economici non indifferenti. Il Governo ricorda infatti, ampliando i potenziali beneficiari si richiedono più risorse finanziarie (e non è detto che lo Stato le abbia).
Basti pensare che secondo l’Unione Nazionale delle Imprese in un solo anno le spese pensionistiche sono aumentate di poco più di 20 miliardi di euro, e senza aver attuato alcuna misura strutturale ma soltanto opzioni temporanee.
C’è tuttavia un altro aspetto della medaglia che fa pensare: un’uscita anticipato dallo stato di quiescenza implicherebbe una riduzione dell’importo sul cedolino pensionistico, ed ecco perché è tornato l’incentivo Giorgetti.
Attenzione ai conti pubblici
Al fine di far andare i cittadini italiani in pensione a 64 anni, occorre individuare una strategia efficace e combinata, che possa usufruire di fondi pubblici senza peggiorare il debito pubblico, e promettere un cedolino privo di penalizzazioni o che comunque che non incidano negativamente sull’importo finale.
Oggi il problema del sistema contributivo è la discontinuità lavorativa delle nuove generazioni, con contratti precari, part time e poca contribuzione.
Ad inizi di settembre arriverà il documento d’aggiornamento di Economia e Finanza, e lì si individueranno le possibili soluzioni destinate ai giovani ma soprattutto con grande attenzione al debito pubblico, evitando di mettere lo Stato in una posizione altamente delicata e anche pericolosa.
