Il decreto Quota 100 prevede che i dipendenti pubblici che vanno in pensione dall’aprile 2019 possono presentare richiesta di anticipo buonuscita, del TFS, cioè del Trattamento di fine servizio spettante per le pensioni. Per quanto riguarda il comparto scuola, la data a partire dalla quale i pensionati potranno chiedere questo anticipo è il primo settembre 2019. Ma l’anticipo può essere erogato solo sulla base delle certificazioni rilasciate dall’Inps, come stabilito nell’articolo 23 di tale decreto legge. Inoltre, l’anticipo andrà richiesto alle banche o agli intermediari finanziari che aderiranno ad un apposito accordo. Lo scrive anche la Flc Cgil, spiegando che allo stesso si applicherà un tasso di interesse agevolato e una riduzione della tassazione finale tra 1,5 e 7,5 per cento. L’accordo in questione va stipulato tra il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, quello dell’Economia e delle Finanze, il ministero per la Pubblica amministrazione e l’Associazione bancaria italiana, dopo aver sentito l’Inps.
PENSIONI, ANTICIPO BUONUSCITA: QUANDO PUÒ ESSERE CHIESTO
Ma ad oggi, come riportato da Orizzonte Scuola, non c’è ancora ombra di questo accordo. E non è neppure stato adottato il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, con il coinvolgimento del Garante per la protezione dei dati personali e l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, che dovrà definire le modalità di attuazione delle disposizioni suddette. Il decreto comunque doveva essere emanato entro sessanta giorni dalla data di conversione in legge del decreto quota 100. E questo vuol dire che al momento l’anticipo del TFS, quindi del Trattamento di fine servizio, non può essere chiesto. Quali sono i termini ordinari di liquidazione? In caso di cessazione del rapporto di lavoro per inabilità o decesso, entro 105 giorni. Invece per la cessazione del rapporto di lavoro e per pensionamento con il raggiungimento dei requisiti per servizio o per età, non prima di un anno. Non prima di due anni, infine, se la cessazione del rapporto di lavoro avviene per dimissioni volontarie (licenziamento, destituzione del servizio, con o senza diritto a pensione, etc).
TFS, CGIL CHIEDE DECRETO
Intanto Cgil è sul piede di guerra dopo le motivazioni fornite dalla Corte Costituzionale sulla sentenza riguardante i tempi di erogazione del Tfs per i dipendenti pubblici. «La discriminazione contro i dipendenti pubblici è sempre più evidente, ma la ministra Bongiorno è troppo impegnata nel controllo biometrico e poco attenta ai bisogni di questi lavoratori che pagheranno i conti più ingenti del risanamento finanziario del Paese». Il riferimento è ai «circa 46mila rischieranno di percepire il trattamento di fine servizio addirittura 6 anni dopo la cessazione del rapporto di lavoro». Cgil si rivolge quindi al governo: «Serve emanare il decreto ministeriale così da poter attivare la normativa e la convenzione con l’ABI per l’anticipo finanziario, e consentire a tutti i lavoratori che andranno in pensione con Quota 100 di percepire quanto accantonato nel corso di un’intera vita lavorativa».