Il problema delle pensioni italiane consiste in un mancato adeguamento in base al costo della vita. Il paradosso che si rischia è alle stelle.
Le pensioni in Italia hanno delle carenze, alcune delle quali però provengono da convinzioni errate, come ad esempio che si tratti di problematiche legate esclusivamente alle uscite anticipate, quando in realtà la criticità più grande è associate agli importi.
La Riforma Dini ad esempio, ha influenzato significativamente i cedolini previdenziali, e questo cambiando il sistema di calcolo e passando dal retributivo al contributivo. Il problema nel nostro Bel Paese è la media bassa delle pensioni, che arreca problemi ad arrivare alla fine del mese.
Il possibile paradosso delle pensioni italiane
Il problema finanziario delle pensioni italiane è così grande che paradossalmente potrebbe – in futuro – esser necessario reintegrare i pensionati nel mondo lavorativo. Anche la Commissione Europea si è accorta del deficit che sta alla base del sistema: il calcolo contribuivo.
Tra carriere discontinue, anni sabatici e il nuovo concept delle generazioni odierne, sarebbe impossibile maturare una contribuzione tale da garantire un futuro roseo e dignitoso. La Commissione UE ha già sollevato l’allarme al nostro Governo.
L’errore consisterebbe nel aver sempre badato all’età anagrafica piuttosto che all’effettivo sostentamento economico di un pensionato che vive in Italia (ecco spiegate le fatidiche fughe all’estero in pensione).
Ritorno al lavoro
I pensionati che non riuscirebbero a raggiungere una soglia che gli consenta realmente di vivere, potrebbero trovarsi costretti a tornare sul lavoro. Anche se sembra un paradosso in realtà il nostro sistema italiano permette la cumulabilità tra il cedolino pensionistico e il reddito da impiego.
E se è pur vero che la libertà di scelta è un bene prezioso a cui nessuno vorrebbe rinunciare, è altrettanto vero che questo decreterebbe il fallimento del welfare italiano.
Dopo una vita dedicata interamente al lavoro, il rientro sul “campo” non dovrebbe essere un obbligo ma una scelta di vita, e al momento le speranze – salvo ridimensionare il proprio budget – di farne a meno sarebbero impensabili.
