Le pensioni di settembre potrebbero rischiare una revoca definitiva, è ancora possibile intervenire per evitarlo.

Le pensioni erogate a settembre potrebbero – per qualcuno – diventare un problema. Dal 19 di questo nuovo mese infatti, c’è il rischio di revoca soltanto per coloro che non hanno rispettato determinati adempimenti.

Il target a cui ci rivolgiamo sono prevalentemente i titolari della maggiorazione sociale, i superstiti e di chi percepisce il trattamento al minimo. Vediamo quali interventi occorrono per evitare che l’INPS possa recuperare forzatamente il credito.



Le pensioni di settembre a rischio revoca

Fonte: Pixabay.com

Le pensioni che rischiano una revoca sono principalmente i titolari delle prestazioni sopra accennate, mentre la data ultima per poter adempiere e prevenire problemi è il 19 settembre.

Nello specifico l’ente previdenziale tende a recuperare eventuali somme di denaro o sospendere la prestazione a discapito dei pensionati che non hanno inviato la dichiarazione 730 in tempo (in questo caso inerente all’anno fiscale 2021).



Qualcuno potrebbe aver già ricevuto il primo avviso di sospensione quest’estate, e l’ente ha dato 60 giorni di tempo per poter regolarizzare la propria posizione (pena l’annullamento delle prestazioni).

I rischi della revoca

Ancor prima che l’INPS pensi alla revoca, di solito avviene la sospensione, che consiste in una trattenuta fiscale al 5% applicabile alla cifra mensile percepita dal contribuente.

Laddove il pensionato non provveda alla risoluzione della vicenda, c’è il rischio non solo di non poter più percepire il cedolino previdenziale, ma in qualche caso potrebbe dover restituire del denaro.



Per evitare il ritiro definitivo della pensione l’unica soluzione è quella di inviare la dichiarazione reddituale correttamente aggiornata non oltre il 19 settembre di quest’anno.

Dall’eventuale penalizzazione sono esenti i trattamenti erogati al fine di assistenza, come gli assegni sociali e l’invalidità civile.

L’INPS in questi mesi precedenti ha già provveduto per diversi canali (dalla posta raccomandata alle email via PEC) a notificare ed avvertire il pensionato (che avrebbe già dovuto assistere ad una decurtazione dalla prestazione percepita).

In alternativa è possibile tramite la propria area riservata reperire l’informativa già trasmessa dall’ente previdenziale.