Non riesce a trovare pace il quadro di Picasso rubato in Grecia nel 2012: il dipinto è stato ritrovato dopo una lunga ricerca ma ieri, durante la conferenza stampa che è stata indetta per dare appunto l’annuncio del ritrovamento, è caduto, finendo sul pavimento dopo essere scivolato dal bancone su cui era stato precedentemente appoggiato in maniera precaria. Continua quindi a far discutere il quadro “Head of a Woman”, sparito dalla Galleria Nazionale di Atene nove anni fa, e ritrovato nelle scorse settimane. Per lo stesso crimine è stata arrestata una persona sospettata del furto, anche se al momento non è stata resa l’identità.
Il quadro era stato donato dal grandissimo Picasso, artista spagnolo di fama mondiale, alla Grecia, nel 1949, e lo stesso era stato conservato per più di 60 anni nella capitale ellenica prima appunto della sparizione. Il ritrovamento, come ricorda l’edizione online de Il Fatto Quotidiano, è avvenuto a circa 45 chilometri a sud di Atene, in una zona rurale di Keratea, e nello stesso operazione è stato recuperato anche un altro quadro rubato, leggasi ‘Stammer Windmill’, di Piet Mondrian.
PICASSO RITROVATO AD ATENE CADE DURANTE PRESENTAZIONE: LA STORIA DEL QUADRO
A questo punto resta soltanto da trovare un terzo quadro rubato durante il colpo al museo ateniese, leggasi un disegno di Gugliemo Caccia, pittore italiano del 500. L’annuncio del ritrovamento, come scrive Quotidiano Nazionale, era stato dato a inizio settimana, precisamente lunedì 28 giugno, da parte della polizia greca. Il quadro era stato realizzato nel 1934 da Pablo Picasso, che l’aveva poi donato ad Atene come riconoscimento per la resistenza del popolo locale alla Germania nazista.
A questo punto sarà curioso capire l’identità dell’arrestato, probabilmente uno dei ladri che ha messo a colpo il clamoroso furto, visto che un’azione di questo tipo è impensabile da portare a termine per un uomo solo. Spesso e volentieri questi quadri rubati finiscono nel mercato nero delle opere d’arte, ma a volte vengono anche utilizzati dai criminali, soprattutto narcotrafficanti, come moneta di scambio o “garanzie”.