È allarme pidocchi nelle scuole italiane e non solo. I casi di infestazione tra bambini sono sempre più numerosi, soprattutto nell’infanzia e nelle primarie. È emblematico il caso del Regno Unito, dove come riportato da Adnkronos a metà settembre c’è stato un clic ogni 39 secondi nella pagina dedicata al tema sul sito del Servizio Sanitario Nazionale, per un totale di 2.196 accessi in un giorno. Il nostro Paese non è da meno.
I dirigenti scolastici ormai da settimane invitano i genitori a controllare i propri figli. “Siate vigili”, dicono. Ma è d’altronde dall’estate che le ispezioni sulle teste dei bambini sono necessarie. Anche in spiaggia infatti ci sono stati diversi casi, seppure il periodo fosse piuttosto insolito. Col ritorno nelle aule, la situazione è ulteriormente peggiorata. E secondo gli esperti le infestazioni continueranno ad aumentare con l’arrivo delle basse temperature. “I pidocchi sono un problema comune, soprattutto tra i bambini piccoli e le famiglie a stretto contatto tra loro. Una volta rilevati, non è necessario consultare un medico di famiglia, ma il trattamento dovrebbe iniziare immediatamente e tutti i membri della famiglia dovrebbero essere controllati e trattati per fermare un’ulteriore diffusione”, dice la responsabile infermieristica per l’Inghilterra, Dame Ruth May.
Pidocchi, è già allarme nelle scuole: i consigli degli esperti
Per contrastare l’allarme pidocchi nelle scuole, dunque, è importante ascoltare i consigli degli esperti. Anche perché il peggio deve ancora arrivare. “La situazione peggiorerà con l’arrivo della stagione fredda e la maggior permanenza nelle aule”, ha avvertito il pediatra Italo Farnetani ad Adnkronos. “Le belle giornate con le alte temperature hanno finora facilitato la vita all’aria aperta e ridotto un po’ le possibilità di trasmissione. E ancora non vengono usati guanti, cappelli e sciarpe, che sono un tradizionale veicolo di contagio. Indipendentemente dalla numerosità dei casi, resta però sempre valido e da raccomandare il controllo settimanale, da fare il sabato per avere il tempo tecnico per intervenire“.