Pierbattista Pizzaballa nel videomessaggio inviato al Giubileo ha parlato delle sfide della Terra santa che si possono superare solo con la speranza
È stato trasmesso nella giornata di oggi – giovedì 31 luglio 2025 – durante il Giubileo dei giovani in corso a Roma il messaggio inviato dal cardinale e patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa direttamente dalla Terra Santa nella quale si trova in missione da diverse settimane: un messaggio che mira a stimolare e sostenere quella sempre più necessaria e fondamentale speranza al centro dell’Anno santo indetto da Papa Francesco e, oggi, portato avanti dal successore Leone XIV.
Proprio in Terra santa – ha ricordato il cardinale Pizzaballa nel suo messaggio rivolto ai giovani – partì l’importantissima missione di Pietro che deve diventare un vero e proprio esempio per tutti in “un momento molto complesso [e] difficile” nel quale non si contano più i “morti”, in cui mancano i medicinali e “il cibo” a danno di “migliaia e migliaia di persone” costrette a sopportare “la fame” da tanti (troppi) mesi.
In mezzo al dolore e alla disperazione – ha continuato Pizzaballa – diventa ancora più importante “avere uno sguardo di fede” perché anche se il dolore che colpisce i popoli della Terra santa è “innegabile”, al contempo è importante non ci si fermi solo a guardare il male: tante le persone che quotidianamente “sono pronte a dare la vita per l’altro”, mettendosi concretamente in gioco senza gettare la spugna alla predominante visione del “io e nessun altro“.
Il cardinale Pierbattista Pizzaballa: “La pace può essere realtà, basta crederci e impegnarsi per raggiungerla”
Nelle azioni e nella missione di chi dà la vita per gli altri emerge proprio quella “speranza – ha proseguito il cardinale Pierbattista Pizzaballa – che in questo Giubileo è così importante” e sarà grazie a loro se nel momento della ricostruzione si riuscirà ad andare “oltre se stessi”, a “non fermarsi al proprio dolore” ma a guardare anche – e forse soprattutto – a quello dell’altro, per costruire tutti assieme un “futuro [di] concretezza [e] speranza“.
In tal senso, secondo Pizzaballa ancor più importante sarà l’azione della Chiesa nei momenti difficili che verranno, portando – esattamente come fece Pietro, citato in apertura del discorso – “una parola e un linguaggio che costruisce, che apre orizzonti [e] che crea occasioni”; purché alle parole si sappiano accompagnare anche “i gesti (..) di vicinanza, empatia e amore” dai quali traspaia la “grazia di Dio”.
Un Dio – ha continuato ancora Pizzaballa avviandosi verso la conclusione – che oggi emerge nei tanti che “credono che la pace non sia un miraggio o (..) uno slogan” ma una realtà alla quale dobbiamo tutti concorrere, tenendo nel cuore e nella mente le prime parole che disse “il Risorto”, ovvero “pace a voi”: una missione che secondo Pizzaballa è possibile fintanto che ci sarà qualcuno in grado di “crederci e mettersi in gioco” per realizzarla.