Appello delle chiese in Medio Oriente dal villaggio di Taybeh, vittima di attacchi dei coloni israeliani in Cisgiordania: cosa succede, il rebus della pace
IL PATRIARCA PIZZABALLA A TAYBEH DOVE I CRISTIANI VENGONO ATTACCATI (DI NUOVO) DAI COLONI ISRAELIANI
Taybeh è un villaggio cristiano situato ad est di Ramallah, l’ultima residua presenza completamente cristiana all’interno della Cisgiordania e a due passi da Israele e Libano: oggi è venuto in visita il Patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, assieme ai capi/rappresentanti di bene 14 chiese cristiane presenti in Medio Oriente. Il motivo è molto semplice: da giorni il villaggio cristiano è oggetto di attacchi e raid dei coloni israeliani, con la Cisgiordania che è sempre più teatro di violenze in parallelo alla guerra ancora in corso a Gaza.
«Eravamo qui con 14 chiese», ha detto il Patriarca Pizzaballa rispondendo alle domande dell’inviata di Rai News24 a Taybeh, il luogo dove purtroppo i coloni Israeliani in queste settimane hanno appiccato incendi, fugato bestiame e rovinato i terreni dei palestinesi cristiani lì presenti. Se già nel passato c’erano state offensive del genere nell’area, gli attacchi più duri sono avvenuti lo scorso 7 a 11 luglio 2025, smuovendo ora la presenza fisica dei rappresentanti cristiani tra capi di Chiese e Patriarchi.
Qui le parole d’ordine sono sempre state unità, solidarietà e rispetto della legge, ebbene da qualche tempo la Cisgiordania (West Bank, ndr) non più così dato che vige invece come unica “legge“ quella «del potere e della forza». Non solo Taybeh dunque, anche ben oltre il villaggio cristiano, gli attacchi contro la presenza palestinese in Cisgiordania non sono pochi: «Il diritto dovrebbe essere la legge, non la violenza», conclude il Patriarca di Gerusalemme dopo aver letto la dichiarazione pubblica assieme al Patriarca greco-ortodosso Teofilo III.
LA PROTESTA DELLE CHIESE CRISTIANE IN CISGIORDANIA: L’APPELLO A ISRAELE, “VERITÈ, GIUSTIZIA E SPERANZA PREVARRANNO”
Come ha poi sottolineato lo stesso card. Pizzaballa sempre alla Rai, per i rappresentanti delle chiese cristiane è sempre più difficile dare informazioni certe e dati effettivi su quanto avviene in Cisgiordania, come del resto anche nelle altre zone del Medio Oriente: in West Bank, in particolare, vi sono molti vestiti da militari «ma non tutti lo sono effettivamente», o comunque è difficile poterlo verificare. Quello che è invece sicuro, chiarisce il Patriarca, è che al momento da Taybeh ad altre aree attaccate dai coloni, in Cisgiordania manca del tutto l’applicazione della legge, «chi ha l’autorità di garantire il rispetto dei diritti, al momento è assente».
Pizzaballa assieme al Custode di Terra Santa – padre Francesco Ielpo – hanno inviato un rapporto molto dettagliato al Vaticano da Papa Leone XIV per informare di quanto sono riusciti a raccogliere dalle poche informazioni in merito agli attacchi contro il villaggio cristiano: «non abbiamo la formula magica per risolvere direttamente questi problemi», questo è il dramma ma è da qui che occorre ripartire, come rilevano il Patriarcato di Gerusalemme e i rappresentanti delle altre Chiese del Medio Oriente, simbolicamente tutti presenti oggi a Taybeh.
Nella dichiarazione letta in pubblico dopo la preghiera comune, i Card. Pizzaballa e il Patriarca Teofilo III si appellano alla comunità internazionale, così come a Israele e Cisgiordania, per chiedere il ripristino del diritto e della libertà in quelle aree: «Queste azioni sono una minaccia diretta e intenzionale, innanzitutto per la nostra comunità locale, ma anche per l’eredità storica e religiosa». Gli attacchi dei coloni radicali si fanno sempre più ingenti, parallelamente allo scenario di guerra che non sembra interrompersi dentro la Striscia di Gaza, rendendo le speranze per chi vive quelle zone davvero rotte al lumicino.
Resta però sempre il messaggio di speranza e di pace che la Chiesa di Cristo promuove soprattutto in quella Terra Santa dove tutto ebbe inizio: commentando i cartelli ritrovati nei villaggi dopo gli ultimi attacchi – dove si diceva senza mezzi termini “non c’è futuro per voi qui” – i rappresentanti delle chiese cristiane rifiutano l’esclusione e si appellano invece ad una reazione di ripristino del diritto e delle libertà fondamentali per tutti i residenti.
Gli attacchi restano insensati e da condannare, con la comunità mondiale che deve intervenire affinché si possa garantire la piena pace in quell’area, con una speranza che Pizzaballa e gli altri Patriarchi legano alla pacificazione “incarnata” dal messaggio cristiano. Citando il profeta Amos al termine della lettera diffusa dal Patriarcato di Gerusalemme, la verità e la giustizia alla fine prevarranno in quanto «scorra il diritto come acqua e la giustizia come un torrente perenne».