CAOS PRIMARIE/ Sallusti: Berlusconi si candida e “chiude” il Pdl (e le primarie)
Silvio Berlusconi ha detto che potrebbe ancora candidarsi. In tal caso, Alfano giudica le primarie del Pdl inutili. ALESSANDRO SALLUSTI commenta gli ultimi sviluppi del centro destra

Ennesima svolta nel panorama Pdl. Silvio Berlusconi, parlando ieri a Milanello nel corso di una sua visita ai calciatori del Milan, ha lasciato intendere chiaramente che potrebbe ancora candidarsi. Ci sto pensando, ha detto. E non ha mancato poi di lesinare nuove critiche a quello che è oggi il Pdl: senza di lui alla guida ha subito una decadenza di immagini e di risultati. Nuova stoccata dunque al segretario Alfano, il quale ha commentato quasi immediatamente: se Berlusconi si ricandida davvero, inutile fare le primarie. Berlusconi ha poi parlato anche di elezioni regionali in Lombardia, dove, ha detto, vede come unico candidato possibile del centro destra Roberto Maroni. Ilsussidiario.net ha chiesto al direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti la sua opinione su questi nuovi sviluppi: “Direi che Berlusconi ha ragione un po’ su tutto, e questa sua ragione è documentata e certificata dai fatti: da quando si è tolto dalla guida del Pdl, questo non ha fatto altro che perdere consensi e farsi trascinare in una diatriba interna anche molto poco appassionante”. E a proposito della candidatura di Maroni in Lombardia: “Il nord è condannato a riproporre l’asse Lega-Pdl: divisi, perdono tutti e due le elezioni. Anche questo è un dato di fatto”.
Direttore, Berlusconi getta di nuovo scompiglio nei piani di Alfano.
Trovo queste nuove dichiarazioni di Berlusconi in linea con le sue ultime dichiarazioni, le trovo parole coerenti. Si tratta poi di una dichiarazione che si basa su dei dati di fatto. Da quando Berlusconi ha fatto il famoso passo a lato, il Pdl non ha fatto altro che perdere consensi e farsi trascinare in una diatriba interna tra l’altro anche molto poco appassionante.
Intende elezioni siciliane e primarie?
Certo: è un dato di fatto reale certificato dai risultati elettorali e dai sondaggi quanto sostiene Berlusconi. La dichiarazione susseguente fatta da Alfano quando ha detto che se Berlusconi si candida, le primarie non hanno più senso, è invece una speranza a cui anche io mi aggrappo nel senso che negli ultimi giorni è sembrato che il segretario andasse dritto per la sua strada a prescindere da Berlusconi spinto dalla componente degli ex An e di parte di Forza Italia. Adesso Alfano lascia intendere che le divergenze tra i due non siano ancora irrimediabili e questa direi che è una buona notizia.
In realtà a leggere bene quello che ha detto Alfano dopo le parole di Berlusconi sembra non sia molto felice di queste parole. Sembra dire che Berlusconi manda in aria il tentativo di rinnovamento del partito.
Non è una novità, Berlusconi non ha mai fatto mistero di considerare le primarie, in questo momento temporale così a ridosso dalla campagna elettorale, una cosa sbagliata. Alfano cercava una legittimazione e anche giustamente dal suo punto di vista attraverso le primarie ma quello che ne è uscito di queste primarie mi sembra un pò un pasticcio.
In che senso?
Tredici candidati. Poi la questione di chi è indagato, di chi è indagato di più e di chi è indagato di meno, insomma che confusione. Le primarie non sono la soluzione e capisco che Alfano non sia felice di prendere atto che quella strada che lui riteneva di possibile svolta per la sua leadership si stia dimostrando tortuosa anche per errori di valutazione.
E’ impensabile come era stato suggerito da alcuni una lista indipendente di Berlusconi e una del Pdl che poi ovviamente confluiscano in fase di alleanza?
Più che impensabile credo sia un rischio che resta sul tavolo. Perché nel momento in cui Berlusconi dovesse annunciare fra pochi giorni, come pare di capire, la sua candidatura bisogna vedere cosa succede in quella parte di Pdl che si era spinta molto avanti rispetto a una nuova leadership. Quindi può essere, ma non è che Berlusconi fa una lista. E’ qualcun altro che si ispira a lui per tentare l’avventura in solitaria. Poi c’è il discorso di chi terrà il logo Pdl o Forza Italia, ma mi sembra una questione poco interessante. Credo che con fondamenti giuridici il logo Forza Italia appartenga a Berlusconi e quello del Pdl ai vari fondatori, ma sinceramente non è così importante.
Berlusconi ha anche criticato Casini dicendo che manca di parola.
Anche su Casini credo abbia ragione e i fatti lo dimostrano. Casini aveva ripetute più volte che se Berlusconi non fosse più stato lui il leader sarebbe tornato a casa nel centro destra volentieri. Berlusconi si è tolto di mezzo, ma Casini ha utilizzato il tempo a disposizione in modo furbesco per cercare alleanze più convenienti flirtando prima con Bersani poi con Montezemolo poi anche con Alfano. Mi sembra più una “escort” della politica che un vero politico. Giustamente Berlusconi prende atto che Casini non è affidabile.
Invece dell’appoggio a Maroni quale leader del centro destra in Lombardia che ne pensa? Formigoni non sembra molto contento, difende Albertini.
La storia delle elezioni ci dice che quando Pdl e Lega vanno divisi perdono le elezioni. L’asse del nord deve tenere duro è una banalità anche dirlo. Apprezzo e stimo Albertini ma pensare che una lista civica del nord facciali fare il pieno di voti non è un fatto concreto. Il nord è condannato a riproporre l’asse Lega Pdl. La Lega poi troppo frettolosamente è stata data per morta e invece pare che morta non sia, lo dicono i sondaggi. Offrire alla Lega la Lombardia in cambio di un atto politico a livello nazionale può non piacere ma è una scelta politica con un suo fondamento.
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