IPSOS (9 OTTOBRE): REDDITO DI CITTADINANZA, IL 44% LO BOCCIA
Nella Manovra del Governo gialloverde la parte decisamente più ingente è destinata al Reddito di Cittadinanza, storica battaglia del Movimento 5 Stelle “accettato” dalla Lega di Salvini dopo aver sottoscritto il Contratto di Governo. Ebbene, secondo i sondaggi prodotti da Ipsos e pubblicati lo scorso 9 ottobre il 29% degli intervistati elettori è convinto – proprio come viene presentato da Di Maio & Co – come una misura che aiuterà a trovare lavoro e che incentiverà la crescita del nostro Paese. Il 44% però, ovvero la maggioranza di quelli che hanno risposto al sondaggio (il 17% non sa/non indica) boccia su tutta la linea il Reddito e la Pensione di Cittadinanza definendoli addirittura «una forma di assistenza, di sussidio, che incentiva a non lavorare o a lavorare comunque di meno». Insomma, non proprio una celebrazione di una misura che per il M5s «abolirà la povertà» in tutta Italia.
IPSOS (4 OTTOBRE): LA LEGA SFIORA IL 34% DOPO LA MANOVRA
Tra le sfide dell’immigrazione e le prime insidie della Manovra Economica, il Governo Lega-M5s non perde terreno nei sondaggi: secondo Ipsos, con rilevazioni effettuate nei primi giorni di ottobre, al netto di alcune “frenate” di consensi per i rischi che la Legge di Stabilità metterà in campo, specie nello scontro con l’Unione Europea, le forze populiste tengono botta. Anzi, Salvini addirittura cresce secondo il sondaggio Ipsos e raggiunge il 33,8%: il Movimento 5 Stelle cede ancora, ma resta al 28,5%, ben al di sopra del Partito Democratico che rimane nel limbo del 17,1% di consenso nazionale. Per gli altri partiti, Forza Italia non va oltre il 7,8% mentre crolla il movimento di Giorgia Meloni: ad oggi Fratelli d’Italia resta al 2,4%, alla stessa stregua di Liberi e Uguali, un “pelo” sopra Emma Bonino e +Europa all’1,9% su scala nazionale.
IPSOS (29 SETTEMBRE): REDDITO DI CITTADINANZA? NON UNA PRIORITÀ..
Interessante il sondaggio prodotto da Ipsos negli ultimi giorni di settembre: è stato infatti chiesto agli elettori cosa preferirebbero come primo provvedimento tra quelli proposti e avanzati dal Governo gialloverde nei primi mesi di legislatura. Ebbene, a sorpresa (o forse non tanto) si scopre che il reddito di cittadinanza viene “superato” da priorità ben più urgenti come una riforma fiscale con due sole aliquote da subito per le partite IVA e tre aliquote dal prossimo anno per gli altri contribuenti (la Flat tax leghista) e una modifica sostanziale del sistema pensionistico con l’introduzione della quota 100 (l’Anti Fornero di Brambilla e Salvini). Il 28% spinge per cambiare subito il sistema tasse, il 25% quello pensionistico e “solo” il 20% chiede l’istituzione di un reddito minimo garantito: il 7% invece vorrebbe la “pace fiscale” per tutti quelli che hanno un debito col fisco fino ai 200mila euro, il cosiddetto “condono” da tutti avversato ma da quasi tutti i Governi poi avvallato.
IXÈ (14 OTTOBRE): IL 47% VUOLE IL REDDITO DI CITTADINANZA
In merito alla Manovra licenziata dal Governo gialloverde, i sondaggi prodotti da Ixe mostrano come l’elettorato italiano – ad oggi – è sempre più euro-critico e appoggia, almeno per le previsioni fatte, le misure di Lega e M5s. Nello specifico, è stato chiesto dai sondaggisti se il Reddito di Cittadinanza sia una misura giusta e che possa realmente aiutare chi ha rediti molto bassi ed è in ricerca di un lavoro: il 47,2% appoggia la battaglia grillina, mentre il 41,3% si dice contrario alla misura vista come un “sussidio assistenziale”. Non solo, gli elettori si riscoprono “volenterosi” di fare deficit nonostante l’Ue tuoni contraria: meglio sforare il debito per le riforme, anche perché per il 37,1% «non ci sono risorse per realizzare nessuna delle proposte del Governo solo con il bilancio dello Stato». In merito al Def, il 29,3% spiega che ici sono le risorse solo per “alcune delle riforme proposte”.
IXÈ (14 OTTOBRE): INTENZIONI DI VOTO, IL CENTRODESTRA VALE 43,5%
Le ultime intenzioni di voto pubblicate da Ixè mostrano un Centrodestra non molto lontano dai risultati del 4 marzo scorso, ma i dati “interni” del sondaggio sono profondamente diversi: con la Lega al 31,8% infatti, cambia totalmente il rapporto di forza interno al patto Salvini-Meloni-Berlusconi che oggi vacilla decisamente di fronte al patto di Governo Lega-M5s che non tende a diminuire. Guardando i dati numeri dei sondaggi, Salvini ad oggi vale un altissimo 31,8%, davanti a Forza Italia all’8,7%, a Fratelli d’Italia al 2,6% e a Noi con l’Italia allo 0,4%. Guardando agli altri “gruppi” politici, il Movimento 5 Stelle resta in alto ma perde contatto calando fino al 28,5% su scala nazionale, mentre il Partito Democratico si ferma ancora al 17% nonostante le ultime “mosse” di Zingaretti candidato ufficialmente al prossimo Congresso. Il Centrosinistra vale il 20,1% contando anche +Europa – Bonino al 2,5% e altri di Csx ferme allo 0,6%. Chiudiamo con Liberi e Uguali al 2,5%, superato addirittura dal movimento di piazza Potere al Popolo, salitola 2,6% su scala nazionale.
TECNÈ (15 OTTOBRE): FARE DEFICIT PER MANOVRA?
Con la presentazione della Manovra Economica, il Governo gialloverde entra di diritto nella fase delicata del suo primo anno di esecutivo, con le prime “flessioni” nei sondaggi inevitabili per due partiti così “mediatici” al potere, abituati ai toni dell’opposizione e ora in cabina di comando. Ebbene, i primi dati e rilevazioni sulla Legge di Stabilità, vede una sostanziale “parità” tra i pro e i contro ai contenuti di una Manovra che produrrà il 2,4% di deficit sul rapporto Debito Pubblico/Pil. Per il 44% fare deficit per finanziare le riforme «e’ giusto, se serve a stimolare la crescita e migliorare la qualita’ della vita delle persone»; per il 42% invece, l’esatta parità o quasi, «fare deficit così è sbagliato, indebolisce il Paese e rischia di fare esplodere una nuova crisi economica».