La Corte dei Conti non approva visto di legittimità sul Ponte sullo Stretto: per Meloni e Salvini è “grave atto di invasione dei giudici sul Governo”
STOP AL PONTE SULLO STRETTO (PER ORA): LA CORTE DEI CONTI NON APPROVA LA DELIBERA CIPESS
Secondo il giudizio della Corte dei Conti, il Ponte sullo Stretto di Messina e Reggio Calabria non avrebbe tutti i requisiti per poter approvare il visto di legittimità alla delibera Cipess varata in estate presso Commissioni e Ministero dei Trasporti. Si tratta di un importante stop al progetto più ambizioso in opere pubbliche del Governo Meloni, nonché la più grande opera infrastrutturale d’Europa.
Con una decisione annunciata in una nota – in attesa delle motivazioni previste entro 30 giorni – i giudici contabili ritengono non idonea la delibera del Cipess (da 13,5 miliardi di euro) per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, l’ultimo step prima della registrazione finale prevista per il 7 novembre 2025.

In attesa di capire quali sono i rilievi economici e tecnici messi in campo dalla Corte dei Conti per opporsi al progetto a lungo termine inaugurato dal Governo – durante la delibera la relazione della giudice Carmela Mirabella parla di documentazione carenti, progetto vecchio e costi finali – la fase di progettazione e inizio dei lavori inevitabilmente riceve uno stop importante. L’attesa è per il prossimo 7 novembre, con la possibilità che lo Stato possa andare oltre la decisione dell’organo di controllo della Corte dei Conti, assumendosi la responsabilità politica di pubblicare in Gazzetta Ufficiale il progetto del Ponte.
LA DURA REPLICA DI MELONI E SALVINI (IN ATTESA DELLE MOTIVAZIONI TRA UN MESE): “PARE UNA SCELTA POLITICA”
Immediata la reazione del Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ideatore politico dell’opera che unirà Sicilia e Calabria potenzialmente dal 2035 in poi: la decisione presa dalla Corte dei Conti, scrive in una nota il vicepremier, è un danno molto grave per l’intero Paese e appare «più una scelta politica che non un sereno giudizio tecnico».
In attesa delle motivazioni degli stessi giudici contabili, Salvini annuncia di non volersi fermare, esattamente come avvenuto anche dopo la richiesta di condanna per la difesa dei confini (sul caso Open Arms): «parliamo di un progetto auspicato dall’Europa», con sviluppo del Paese e crescita di migliaia di posti di lavoro. Per poter far partire i lavori, conclude il Ministro, verranno intraprese tutte le strade possibili e realizzabili.

Duro certamente Salvini, ma ancora più netta la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ritiene come tale decisione della Corte dei Conti sia un’ulteriore “schiaffo” alla volontà di azione del Governo: il fatto che i giudici contabili non abbiano registrato oggi la delibera Cipess sul Ponte è «un atto ennesimo di invasione della giurisdizione sulle scelte di Governo e Parlamento».
Meloni ritiene che a livello tecnico tutti i Ministeri, compresa la Presidenza del Consiglio, hanno fornito i rilievi richiesti puntualmente: la Premier ricorda nella sua nota come addirittura una critica fatta dalla Corte sia per l’invio degli atti sottoforma di link, «come se i giudici contabili ignorassero l’esistenza dei computer». A conclusione, la Presidente Meloni ritiene che la riforma della giustizia, assieme a quella della Corte dei Conti, sono al momento in discussione in Senato e si avviano all’approvazione: queste sono la risposta più adeguata ad una «intollerabile invadenza, che non fermerà l’azione di Governo sostenuta dal Parlamento».
La decisione della Corte dei Conti è un grave danno per il Paese e appare una scelta politica più che un sereno giudizio tecnico. In attesa delle motivazioni, chiarisco subito che non mi sono fermato quando dovevo difendere i confini e non mi fermerò ora, visto che parliamo di un… pic.twitter.com/Q9TQoSX88U
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) October 29, 2025
La mancata registrazione da parte della Corte dei Conti della delibera CIPESS riguardante il Ponte sullo Stretto è l’ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento. Sul piano tecnico, i ministeri interessati e la Presidenza del Consiglio…
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) October 29, 2025
