È stata dichiarata – proprio oggi, venerdì 10 gennaio 2025 – inammissibile la class action che aveva coinvolto 104 cittadini per chiedere lo stop ai cantieri del Ponte sullo Stretto di Messina chiedendo di indagare le eventuali responsabilità ambientali della società Stretto di Messina alla quale sono stati affidati i lavori di costruzione: a dirlo è stato il Tribunale di Roma che ha contestualmente condannato i ricorrenti al pagamento delle (enormi) spese legali; mentre questi ultimi – tramite i loro avvocati – non sono ancora disposti a sotterrare l’ascia di guerra e ipotizzano già di muovere un ricorso per avere ragione in merito alle loro preoccupazioni sul Ponte sullo Stretto di Messina.
Partendo dal principio, la class action contro il Ponte sullo Stretto di Messina era stata mossa già lo scorso giugno 2024 con i 104 ricorrenti che avevano chiesto al Tribunale romano di accertare le responsabilità della società appaltatrice e i danni causati per aver violato il “dovere di diligenza, correttezza e buona fede”, ritenendo – almeno, dal conto loro – l’opera priva di “reale interesse strategico” e completamente infattibile “sotto i profili ambientali, strutturali ed economici”.
Non si ferma il Ponte sullo Stretto di Messina: entro fine anno atteso l’avvio dei cantieri
Dopo aver analizzato le carte – però – il Tribunale di Roma ha respinto i ricorso collettivo contro il Ponte sullo Stretto di Messina ritenendolo “inammissibile” e “prematuro” visto che allo stato attuale non vi sarebbe alcuna prova dell’effettivo “danno ambientale” prodotto dalla “condotta illecita” della società appaltatrice; sottolineando in particolare che l’opera manca di “un progetto definitivo” che possa prospettare “come imminente” l’effettivo danno all’ambiente.
Per via della class action contro il Ponte sullo Stretto di Messina i ricorrenti dovranno pagare circa 240mila euro di spese processuali, ma dal conto suo l’avvocato Aurora Notarianni che segue il caso dalla parte dei 104 ricorrenti si è detta pronta ad esaminare a fondo le motivazioni della corte per individuare “i profili (..) di illogicità ed incongruenza” al fine di arrivare ad un ricorso; mentre dal conto suo esulta già il leader del Carroccio Matteo Salvini che parla di “sconfitta dei signori del No” e promette di andare “avanti per più sviluppo, lavoro e futuro” per l’itera penisola.
Complessivamente – comunque – resta ancora incerto il destino del Ponte sullo Stretto di Messina perché restano ancora aperte altre quattro cause legali avviate e che dovranno essere chiuse per dare il via ai lavori; senza dimenticare che mancano ancora il piano economico-finanziario e il via libera definitivo del Cipess: l’idea è che entro la fine dell’anno si procederà agli espropri dei cittadini che vivono sull’area interessata dall’opera per posare la prima pietra.