Don Gino Rigoldi, cappellano del carcere minorile “Beccaria” di Milano, è intervenuto in qualità di ospite nel corso della trasmissione di Rai Uno “A Sua Immagine”, condotta da Lorena Bianchetti. Il suo intervento è stato richiesto per parlare del contrasto alla povertà: “Bisogna essere in posti raggiungibili facilmente, con gente accogliente e discreta, che sappia dare il pacchetto anche con il fresco e che possa ragionare con te. Bisogna cercare sempre lo spazio di possibile emancipazione”.
Il religioso ha aggiunto che serve un insieme di professionalità: l’assistente sociale, l’educatore, colui che propone e forma al lavoro. “Deve esserci un posto che accolga senza tante storie. Poi, a volte, mancano documenti, non sai dove andare a lavorare, hai tanti debiti. Io sono sempre dell’idea che fai un’opera di bene non solamente dando soldi o pacchi alimentari, ma anche spiegando come superare tutta questa situazione e dando speranza”.
DON GINO RIGOLDI: “LA CASA È LA PREMESSA PER ANDARE AVANTI”
Nel prosieguo della trasmissione, don Gino Rigoldi ha evidenziato come la casa sia la premessa per andare avanti, per fare una famiglia. Il cappellano ha affermato inoltre che, con la pandemia di Coronavirus “nelle carceri s’è bloccato tutto. C’era l’ora d’aria, ma tutte le attività sono state sospese. Si è vissuto un ulteriore isolamento. Questa pandemia ha scompensato molto i ragazzi e le ragazzi, con incremento di suicidi”.
Poi, intervenendo ancora sulla povertà, don Rigoldi ha affermato: “Vedo il grande valore di tante donne musulmane, che sono sempre un po’ ai margini. Credo che bisognerebbe utilizzare loro per dialogare con la loro gente e questo deve essere un gesto di riconoscimento della loro dignità, ma anche un mezzo di grande efficienza per intercettare le grandi povertà”. Infine, una frase che ha fatto sorridere gli ospiti in studio e la conduttrice: “Gesù Cristo non aveva un bel carattere, quando c’era da battere i pugni e ribaltare i tavoli lo faceva”.