I legali dell’infermieria di Prato, agli arresti domiciliari per aver avuto un figlio da un 13enne, hanno chiesto che la norma che regola la questione, vada rivista. Mattia Alfano, uno degli avvocati della difesa, ha infatti spiegato che “l’accessibilità di informazioni e la Rete – le parole riportate dall’edizione online di Repubblica – quando è stata scritta la norma, non esistevano. Sollevo il caso – ha aggiunto Alfano – perché secondo il mio parere è giusto che per questo tipo di reato il giudice decida caso per caso”. In attesa che arrivi la decisione sull’appello degli avvocati, ricordiamo che l’infermiera 32enne è stata arrestata lo scorso 27 marzo. A svelare la relazione clandestina era stato il ragazzino, all’epoca dei fatti 13enne (oggi ha 15 anni), che aveva confidato il tutto ai propri genitori, spiegando di essere stato costretto ad atti sessuali con la stessa donna quando si recava a casa sua per le ripetizioni private. I genitori avevano quindi presentato un esposto in procura preoccupati dal disagio psicologico che stava vivendo il figlio. In seguito è scattata l’indagine. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
PRATO, INFERMIERIA CON FIGLIO DA 13ENNE: I LEGALI CHIEDONO CHE LA NORMA VADA RIVISTA
Nella giornata di ieri si è tenuta una nuova udienza del processo a carico della 32enne di Prato, la nota infermiera e “insegnante” di ripetizioni, che ha consumato una serie di rapporti sessuali con un minorenne, fino a partorire un bimbo. Come riportato dai colleghi di Fanpage, i legali dell’imputata hanno chiesto l’intervento della Consulta, sollevando la questione di legittimità costituzionale. Stando agli avvocati che difendono la donna, già madre di un ragazzino e sposata, vi sarebbe “un’eccezione di legittimità costituzionale in ordine alla presunzione assoluta d’incapacità dei minori di 14 anni prevista dall’articolo 609 quater del codice penale”. In poche parole, secondo la difesa ci potrebbe essere il consenso del ragazzino ad avere rapporti sessuali anche se al di sotto dei 14 anni, cosa che invece la legge italiana considera in ogni caso violenza. All’epoca dei fatti, il giovane adolescente/papà (che oggi ha 15 anni), avrebbe avuto solo 13 anni.
PRATO, INFERMIERIA RIMANE AI DOMICILIARI
I legali della madre hanno da sempre basato la propria difesa, scrive ancora Fanpage, sul fatto che i rapporti fra i due fossero consenzienti, e nella giornata di ieri hanno messo in discussione la costituzionalità che regolamenta i rapporti sessuali sotto i 14 anni, sostenendo che ogni caso andrebbe valutato a se stante. Secondo gli avvocati Mattia Alfano e Massimo Nistri, la discriminante dei 14 anni non sarebbe più valida per i ragazzi di oggi, e di conseguenza hanno chiesto alla corte costituzionale di esprimere il proprio parere a riguardo. Il giudice ha acquisito la memoria della difesa, e ha poi specificato che comunicherà la propria decisione il prossimo 20 gennaio, quando si terrà una nuova udienza. A questo punto si attende una controreplica dei legali dell’accusa, la famiglia dell’adolescente/padre, che avranno il tempo necessario per esaminare la richiesta. Ricordiamo che la donna si trova agli arresti domiciliari dallo scorso marzo, e che è accusata dei reati di violenza sessuale su minore, violenza sessuale per induzione e violazione di domicilio.