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Home » Economia e Finanza » PREVISIONI OCSE SBAGLIATE?/ “Troppo generose con Francia e Germania, l’Italia può arrivare al +0,5%”

  • Economia e Finanza
  • Economia UE

PREVISIONI OCSE SBAGLIATE?/ “Troppo generose con Francia e Germania, l’Italia può arrivare al +0,5%”

Int. Marco Fortis
Pubblicato 3 Dicembre 2025
Un macchinario industriale

Un macchinario industriale

Ieri l'Ocse ha diffuso le nuove previsioni economiche che, per quanto riguarda il nostro Paese, appaiono plausibili

Secondo le previsioni diffuse ieri dall’Ocse, il Pil in Italia crescerà quest’anno dello 0,5%, per poi far segnare un +0,6% nel 2026 e un +0,7% nel 2027. Stime simili a quelle della Commissione europea (+0,4% nel 2025 e +0,8% nel 2026 e nel 2027) e plausibili, secondo Marco Fortis, per l’anno che sta per chiudersi.


SCENARIO PIL/ "All'Italia serve una spinta per andare oltre il +0,6%: la risposta da consumi e investimenti"


«Basta guardare – ci spiega il direttore della Fondazione Edison – ai dati grezzi sulla crescita del Pil nei primi nove mesi dell’anno resi noti la settimana scorsa dall’Istat, che parlano di un +0,41%. Dunque, arrivare al +0,5% a fine anno appare verosimile».

Anche se la domanda interna appare in affanno?


MERZ vs VON DER LEYEN SULL’AUTO ELETTRICA/ Il suicidio annunciato che dà ragione all'Italia


In realtà, i consumi privati nei primi nove mesi dell’anno hanno fatto registrare un aumento tendenziale dello 0,86% e dunque non stanno andando affatto male. Anche per gli investimenti fissi lordi (+2,69%) non si può certo parlare di un declino. Purtroppo sulla performance della nostra economia sta pesando la situazione dei suoi tre principali mercati di sbocco: Germania, Francia e Usa.

Cosa ci può dire delle previsioni dell’Ocse riguardo Francia e Germania?

Mi sembra difficile che il Pil della Francia quest’anno possa crescere dello 0,8% considerando che i dati grezzi relativi ai primi nove mesi dell’anno parlano di un +0,5%: non penso ci sarà negli ultimi tre mesi dell’anno l’export eccezionale di Airbus registrato nel terzo trimestre, nel quale la domanda estera netta ha fornito un contributo del +0,6% al Pil transalpino. E non credo che la Germania possa arrivare al +0,3% dal momento che i dati grezzi fino a fine settembre parlano di un +0,07%.


SCENARIO UE/ Così Bruxelles incoraggia a violare i vincoli di bilancio solo per riarmarsi


L’Ocse conferma che la Spagna (+2,9%) quest’anno crescerà ancora più della media dell’Eurozona (+1,3%). Ha ragione chi pensa che occorra seguirne le tracce per vedere aumentare il Pil?

Premier Spagna Sanchez
Pedro Sanchez, Premier Spagna parla all’Unesco (ANSA-EPA 2025)

Per rispondere alla sua domanda penso sia interessante far notare che dal 2019 al 2024 il valore aggiunto complessivo della Spagna è cresciuto in termini reali dell’8%, quello dell’Italia del 6,6%, quello della Francia del 5,3% e quello della Germania dello 0,6%. Tuttavia, senza considerare il turismo, l’istruzione e la sanità, settori, questi ultimi due, in cui il Paese iberico ha fatto molte assunzioni visto l’aumento della popolazione dovuto al contributo dell’immigrazione, la crescita del valore aggiunto spagnolo tra il 2019 e il 2024 scende al 5,9%, quello italiano al 6,3%, quello francese al 3,7% e quello tedesco allo 0,1%.

Dunque, la crescita della Spagna è dovuta principalmente al turismo e all’aumento della popolazione…

Esattamente. Basta guardare a un altro dato: l’industria in senso stretto, escluse quindi le costruzioni, dal 2019 al 2024 ha visto una crescita zero del valore aggiunto in Italia, mentre è scesa dell’1,8% in Spagna, dell’1,7% in Francia e del 7,5% in Germania. Non sono, pertanto, efficienza, duttilità, competitività, produttività, investimenti in ricerca e sviluppo a spiegare la crescita del Paese iberico e non si può pensare di essere di fronte a un modello replicabile in Italia, Francia e Germania, le tre principali economie europee.

Lunedì Draghi ha detto che l’Europa rischia la stagnazione. Come la si può evitare?

La stagnazione europea è effettivamente ormai alle porte, per alcuni Paesi, come la Germania, è già realtà, e l’Italia rischia di esserci trascinata. Per evitarla occorre un programma europeo di rilancio degli investimenti e del mercato interno. Si è sempre detto di voler creare un grande mercato da 450 milioni di consumatori, ma a furia di austerità e di politiche sbagliate, come quelle sull’auto, non si è certo andati in questa direzione. Per gli investimenti si sta pensando solo a quelli in armamenti, ma servono anche quelli in infrastrutture. Occorre cominciare a credere finalmente agli eurobond, dotati di garanzie adeguate in modo da essere accettati dai Paesi cosiddetti falchi, o non si andrà da nessuna parte.

Non può bastare il mega-piano di investimenti della Germania a determinare una ripresa dell’economia europea?

Non si può pensare che la Germania da sola possa determinare una svolta per tutto il continente. Intorno a noi abbiamo Cina, Usa e India che sussidiano le imprese o le proteggono coi dazi, stanno facendo carte false per crescere, l’Ue dovrà pur fare qualcosa.

(Lorenzo Torrisi)

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Tags: PILEconomia FranciaEconomia Germania

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