Vaticano, via al nuovo processo per il cardinale Becciu, accusato di illecito finanziario e appropriazione di fondi della Santa Sede
Processo Becciu, via all’udienza d’Appello in Vaticano che vede imputato il cardinale, ex sostituto per gli Affari generali, accusato di aver utilizzato indebitamente e a scopo personale i fondi della Santa Sede, destinati al progetto di missione umanitaria per il salvataggio di una suora rapita in Mali. Tra gli affari incriminati, ci sarebbe in particolare la compravendita del palazzo di Sloan Avenue a Londra, immobile di lusso che sarebbe stato acquistato proprio con i finanziamenti vaticani, per il quale già sono stati condannati per vari reati altri personaggi legati alla vicenda.
Becciu, al quale in primo grado è già stata confermata la condanna a cinque anni e sei mesi per peculato e truffa aggravata si è sempre dichiarato innocente, specificando in tutte le occasioni, non solo di aver agito rispettando la fiducia che l’incarico conferito dal Papa gli imponeva, ma di essere vittima di un complotto organizzato per favorire una pubblica gogna a livello mondiale. Ora, proprio all’apertura del nuovo procedimento giudiziario, il cardinale ha ottenuto dalla Corte l’ammissibilità dell’istanza di ricusazione, pertanto la decisione finale sarà rimandata alla Cassazione.
Becciu, via alla nuova udienza sui fondi vaticani, lettera papa Francesco conferma esclusione dal Conclave prima della condanna
Sul caso Becciu, prima del nuovo processo di Appello che è appena iniziato in Vaticano, erano già circolate diverse dichiarazioni da parte della Santa Sede, che aveva reso noto il motivo della prima condanna specificando che a suo carico ci sarebbero prove inconfutabili che dimostrerebbero la perdita dai fondi destinati alle missioni ed affidati al cardinale di oltre 139 milioni di euro, utilizzati per l’acquisto dell’immobile a Londra. L’imputato come fatto già in passato, ha poi proseguito nella contestazione, fatta anche tramite i suoi legali, di tutte le accuse, affermando che altre prove, che invece confermerebbero la sua innocenza sarebbero state escluse dalla consultazione, accusando a sua volta di collusione e manipolazione esterna i procuratori vaticani.
Sempre a causa della stessa presunta macchinazione mediatica, che avrebbe pianificato fin dall’inizio la costruzione della colpevolezza, Becciu aveva contestato anche la mancata ammissione al Conclave. L’esclusione però era stata decisa già da Papa Francesco, come dimostrano due distinte lettere che il Pontefice scrisse, con la disposizione di divieto di ingresso, la prima affidata ai segretari già tre mesi prima della condanna, nella quale si sottolineava che la decisione era stata presa a prescindere dall’esito della prima udienza.
Processo Becciu, gli imputati già condannati e le nuove accuse al cardinale
Nel processo a carico del cardinale Becciu, accusato dalla Sante Sede di peculato e truffa ai danni del Vaticano per aver utilizzato i fondi affidati in qualità di vicesegretario di Stato impropriamente, sono stati coinvolti altri personaggi, tutti legati alla vicenda della compravendita dell’edificio londinese. Le condanne già arrivate per vari reati, dalla corruzione alla truffa, sono state confermate in primo grado a 7 anni per l’ex consulente finanziario Enrico Crasso, l’ex amministrativo della segreteria Fabrizio Tirabassi e il finanziere Raffaele Mincione.
Per loro ed altri imputati, tra i quali l’avvocato Squillace, sono previste nuove udienze in settimana che potrebbero rinnovare la pena prevista. Per Becciu invece, si apre la possibilità di contestazione di un nuovo illecito, quello della subordinazione di monsignor Alberto Perlasca, che non era stato preso in considerazione nella precedente sentenza ma che secondo i Pm Diddi e Perone, potrebbe essere verificata in base alle azioni, considerate minacciose e “volte a perturbare la serenità morale dell’individuo“.