PRODUZIONE VACCINI/ La rifondazione dell’industria europea che l’Italia può guidare

- Giuseppe Sabella

Ieri si è tenuto un nuovo incontro al Mise sulla possibilità di produrre vaccini in Italia. Oggi Giorgetti incontra il Commissario Ue Breton

vaccini Vaccino Pfizer-BioNTech (LaPresse)

Com’è noto, si è tenuto ieri un secondo incontro al Mise – dopo quello della scorsa settimana – tra il Ministro Giorgetti e il Presidente di Farmindustria dott. Scaccabarozzi. L’oggetto della discussione è naturalmente la possibilità di produrre vaccini anti Covid in Italia, anche in vista del colloquio che lo stesso Ministro avrà oggi con il Commissario Thierry Breton.

Si consolida quindi l’intesa tra governo e comparto farmaceutico per partecipare al progetto europeo per il rafforzamento della produzione di vaccini. In particolare, è stata verificata la disponibilità di alcune aziende a produrre i bulk, ossia il principio attivo e gli altri componenti del vaccino anti Covid, perché già dotate, o in grado di farlo a breve, dei necessari bioreattori e fermentatori.

La produzione potrà avvenire a conclusione dell’iter autorizzativo da parte degli organi competenti, in un tempo stimato di 4/6 mesi. È stato anche appurato che ci sono le condizioni immediate per avviare la fase dell’infialamento e finitura. Grazie all’eccellenza produttiva dell’Italia, infatti, sono già pronte a partire diverse aziende.

È stato dato mandato dal ministro ai diversi rappresentanti presenti competenti di procedere all’individuazione di contoterzisti in grado di produrre vaccini entro autunno del 2021. Nelle ultime ore, AstraZeneca in particolare si è dichiarata disponibile a cedere la licenza di produzione. Il ministro ha confermato la volontà del governo di realizzare in Italia un polo per la ricerca di farmaci e vaccini con investimenti pubblici e privati. Durante l’incontro si è deciso infine di mantenere il massimo riserbo sulle aziende che saranno coinvolte nel processo di verifica in corso.

Resta aperto, intanto, il problema dell’assenza di un piano vaccinale. Ogni regione, nel mentre, sta procedendo per conto proprio decidendo da sola chi somministra i vaccini e come i cittadini accedono al servizio. Punti critici, alcuni dei quali già affrontati lunedì scorso in una riunione tra la Protezione civile e le Regioni.

A tal proposito, come annunciato dalla ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini in audizione alla Commissione parlamentare per le questioni regionali, venerdì è in programma un incontro tra governo e Regioni sul tema vaccini, al quale prenderanno parte anche il nuovo capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, e il nuovo Commissario straordinario per l’emergenza Covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo.

Come avevamo ipotizzato un mese fa, il nostro Paese si sta dotando di un programma vaccinale che va oltre la somministrazione: anche in Italia produrremo il vaccino. Anzi, l’Italia in Europa potrà recitare un ruolo importante per l’eccellenza del suo comparto. La finalità ultima del Recovery Plan è quella di rifondare l’industria europea proprio per rendere il Vecchio continente meno dipendente dalle multinazionali americane e cinesi. Si parte dai bisogni oggi più importanti, e si parte dall’Italia.

Twitter: @sabella_thinkin

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