È stato varato in queste ore il Piano Sociale per il Clima: cosa prevede il progetto per rendere la transizione ambientale giusta ed equa

È stato ufficialmente predisposto in queste ore il Piano Sociale per il Clima varato dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin al termine di un lunghissimo lavoro di consultazione con gli attori – sociali, industriali e politici – coinvolti nella transizione ambientale al fine ultime di fornire tutti gli aiuti e gli incentivi necessari affinché si riesca ad arrivare a quel futuro green che l’Unione Europea ci chiede a gran voce da parecchio tempo.



Di fatto – è bene partire da qui -, il Piano Sociale per il Clima non è un’esclusiva italiana dato che la stessa Unione Europa ha concesso a tutti e 27 gli stati membri di proporre una serie di normative nazionali per accedere a un apposito fondo: quest’ultimo ha ricevuto in dotazione 65 miliardi di euro che saranno integralmente stanziati – ovviamente a chi ne farà opportuna richiesta – tra il prossimo anno e il 2032.



Ogni stato membro che intende ricevere i fondi, è chiamato a redigere – appunto – un Piano Sociale per il Clima con l’obbiettivo ultimo di ridurre il potenziale impatto sui cittadini (specialmente quelli più vulnerabili dal punto di vista economico) e sulle imprese delle future normative ETS di livello 2 che entreranno in vigore a partire dal 2027 e che regolano il cosiddetto sistema di “scambio delle quote di emissioni” ambientali.

Cos’è e cosa contiene il Piano Sociale per il Clima: i quattro pilastri del progetto tra edilizia e traporti

Come dicevamo prima, è di queste ore la notizia della definitiva chiusura del Piano Sociale per il Clima varato dal ministro Gilberto Pichetto Fratin e che sarà dotato di un totale di 9,3 miliardi di euro dei quali 7 miliardi offerti dall’Unione Europea: proprio a Bruxelles sarà presentato nei prossimi giorni il documento che dovrebbe essere approvato entro – e non oltre – l’inizio del prossimo anno per poter dare il via agli interventi.



Cambiamenti climatici e clima (Foto: Pexels)

Complessivamente, del Piano Sociale per il Clima conosciamo – ad oggi – solamente i quattro pilastri fondamentali sui quali si baserà: il primo è quello con la maggiore dotazione economica (circa 3,2 miliardi di euro) e servirà per riqualificare gli edifici pubblici che rientrano nelle due peggiori classi energetiche; oltre a sostenere la transizione ambientale delle piccole imprese e delle famiglie cosiddette “vulnerabili”.

Similmente, il secondo punto del Piano Sociale per il Clima – con una dotazione complessiva di 1,37 miliardi – mirerà a estendere e rafforzare il Bonus Sociale Gas Plus che permette, in modo del tutto automatico, alle famiglie a basso reddito di ottenere uno sconto variabile in bolletta; mentre il terzo punto con 3,1 miliardi servirà a potenziare lo sviluppo della mobilità pubblica nelle aree svantaggiate del territorio e l’ultimo punto (con i restanti 1,7 miliardi) creerà il portafogli chiamato “Il mio conto mobilità” per abbattere i costi dei mezzi pubblici per i cittadini in difficoltà.