Vladimir Putin non solo ritiene che Donald Trump sia stato derubato della vittoria alle elezioni presidenziali Usa del 2020, ma soprattutto che avrebbe potuto impedire che scoppiasse la guerra in Ucraina. Il presidente della Russia ne ha parlato ai media statali, dicendosi pronto a incontrare il nuovo presidente americano per discutere del conflitto in corso da quasi tre anni. Lo ha anche definito “intelligente e pragmatico“, oltre a ribadire che la leadership del tycoon avrebbe mantenuto intatta la pace in Europa.
“Non posso che essere d’accordo con lui sul fatto che se fosse stato presidente, se la sua vittoria non gli fosse stata rubata nel 2020, allora forse non ci sarebbe stata la crisi in Ucraina che è sorta nel 2022“, ha dichiarato Putin in merito all’invasione dell’Ucraina. Per quanto riguarda il suo insediamento, ha spiegato di faticare a immaginare che possa prendere decisioni dannose per l’economia americana.
Il presidente russo ha aggiunto, in merito ai negoziati, di poter ribadire ancora la disponibilità ad affrontare la questione. Ma il discorso può essere allargato: “Probabilmente è meglio che ci incontriamo e, sulla base delle realtà odierne, parliamo con calma di tutte le aree che sono di interesse sia per gli Stati Uniti che per la Russia“.
Il presidente Usa ha anche detto più volte che non avrebbe permesso l’inizio del conflitto se fosse stato in carica, anche se crescevano i combattimenti nell’est del Paese tra le forze di Kiev e i separatisti allineati con Mosca, in vista dell’invio di decine di migliaia di truppe da parte di Putin nel 2022. Recentemente ha dichiarato che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky avrebbe dovuto fare un accordo con Putin per evitare il conflitto.
LE REAZIONI ALL’APERTURA DI PUTIN
Putin ha sottolineato di essere aperto ai colloqui, ma ha sottolineato la decisione di Zelenskyy del 2022 di escludere i negoziati con Mosca. “Come si possono riprendere i negoziati se sono ufficialmente vietati? Se i colloqui iniziassero nel quadro giuridico esistente, sarebbero illegittimi e anche i risultati di tali colloqui potrebbero essere dichiarati illegittimi“, ha proseguito il leader del Cremlino.
Ha anche detto che gli Stati Uniti e la Russia hanno molti altri punti in agenda, tra cui il controllo degli armamenti nucleari e le questioni economiche: “Possiamo avere molti punti di contatto con l’attuale amministrazione e cercare soluzioni alle questioni chiave di oggi“.
Il capo dell’Ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak, ha respinto le osservazioni di Putin, accusandolo di voler mettere da parte l’Europa in qualsiasi trattativa. Invece, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha dichiarato che “se gli Stati Uniti sotto Trump terranno conto degli interessi della Russia, il dialogo tra Mosca e Washington sarà gradualmente ripristinato; in caso contrario, tutto rimarrà com’è“.
NEGOZIATI PER LA PACE PIÙ VICINI
Le parole di Vladimir Putin arrivano in una fase molto particolare, nella quale Donald Trump continua a ribadire la sua audace affermazione che avrebbe potuto porre fine alla guerra entro 24 ore se fosse stato presidente durante la crisi.
“Da quello che ho sentito, Putin vorrebbe vedermi e partiremo il prima possibile. Lo incontrerei immediatamente. Ogni giorno che non ci incontriamo, i soldati vengono uccisi sul campo di battaglia“, ha dichiarato giovedì Trump. Nonostante i molteplici avvertimenti del presidente Usa, il Cremlino non è apparso impressionato da essi.
L’ULTIMATUM A ZELENSKY
Di recente è emerso un retroscena su un presunto tentativo della Russia di insediare l’oligarca filo-russo Viktor Medvedchuk come presidente dell’Ucraina. Lo ha rivelato Zelensky, citando un ultimatum del Cremlino ricevuto nei primi giorni della guerra. “Alcune persone sono venute da me nei primi giorni di guerra, alcune persone dall’Ucraina… Mi hanno dato l’ultimatum di Putin. Hanno detto che devo andarmene e che mi avrebbero sostituito con Medvedchuk“, ha dichiarato dal World Economic Forum di Davos.