Raduni e manifestazioni di piazza restano un problema in quanto possibile occasione di diffusione del contagio da Coronavirus: quanti contagi e morti in più possono verificarsi per ogni raduno in piazza? Negli Usa hanno provato a calcolarlo, riferisce il Corriere della Sera. Le grandi manifestazionii fanno da moltiplicatori per le infezioni e i contagi: si stima che 600mila persone al giorno che protestano potrebbero causare entro due mesi fino a 1.100 morti in più.
Molti eventi di piazza stanno facendo notizia in questi giorni, spesso anche per motivi nobili come le manifestazioni per la libertà a Hong Kong o contro il razzismo (quando non scadono nella furia violenta) negli Usa e non solo. In questi assembramenti però non sempre le distanze vengono rispettate e spesso si vedono persone senza mascherina, quindi non sono sicuri dal punto di vista sanitario e si teme possano essere fonte di nuove impennate nel numero di contagi.
I raduni di massa sicuramente favoriscono la circolazione del Coronavirus, per questo sono stati vietati durante tutti i lockdown: dal punto di vista epidemiologico più gente c’è e peggio è, naturalmente senza fare distinzioni in base ai motivi più o meno “nobili” di queste manifestazioni. Negli Usa, dove le proteste sono molto partecipate e l’epidemia è tutt’altro che finita, alcuni studiosi hanno provato a fare un calcolo.
MANIFESTAZIONI E CONTAGI: I POSSIBILI NUMERI E LA STORIA
Trevor Bedford, virologo presso il Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle, ricorda che (pure con le mascherine) gridare e stare ammassati sono comportamenti che aumentano il potenziale di trasmissione dei contagi. Nella popolazione Usa vi è lo 0,5% di infetti; si stima siano 600mila al giorno i manifestanti in tutti gli Usa e dunque possiamo calcolare 3.000 individui infetti che partecipano quotidianamente alle proteste. Altrettanti potrebbero essere i contagi al giorno a seguito delle manifestazioni e, in base alla letalità plausibile del virus che sta tra lo 0,5% e l’1%, comporterebbero 15-30 decessi giornalieri.
“Se poi consideriamo che alcune catene di trasmissione arrivano al terzo passaggio e più, le 3.000 infezioni scatenate dalle proteste ogni giorno, alla fine porteranno a circa 54mila infezioni in più e 270-540 eventuali decessi. La mia ipotesi migliore è che ogni giorno di proteste che coinvolgono 600mila persone comporteranno tra i 200 e i 1.100 decessi in più“.
I numeri esatti sono impossibili da calcolare, ma ciò basta per capire che l’allarme è fondato e il problema serio, come nello storico precedente della “parata mortale” del 28 settembre 1918 a Philadelphia, terribile fonte del contagio dell’inflienza Spagnola. Il rischio di trasmissione aumenta rapidamente con l’aumento di dimensione di un gruppo: un gruppo di 10 persone offre al virus circa 50 possibilità di diffondersi, con un gruppo di 100 si sale a circa 5.000 possibilità.