La Quota 41 flessibile potrebbe essere approvata già dal 2026, ecco le soluzioni per introdurla al posto della Quota 103.
Una volta terminata l’estate si tornerà a parlare di Riforma Pensioni. La fatidica “Quota 41 flessibile” che dovrebbe essere introdotta nel 2026, potrebbe sostituire definitivamente “Quota 103”, la misura che al momento consente di uscire anticipatamente dal lavoro ma che allo stesso tempo il Governo è intenzionato a rimuovere.
Non dimentichiamo inoltre, le intenzioni del Governo di bloccare l’età pensionabile, che secondo le prime stime (temporanee e non definitive) dovrebbe essere incrementata di altri 3 mesi, facendo tardare l’uscita dallo stato di quiescenza.
Quota 41 flessibile nel 2026 è davvero la soluzione?
L’obiettivo della ipotetica Quota 41 e di renderla flessibile già dall’anno 2026, è semplice: anziché proporre un pensionamento anticipato ad una platea di beneficiari ristretti, si sta valutando l’idea di ampliarla, anche se va valutata la spesa complessiva e le eventuale restrizioni.
Al momento l’opzione è valida infatti, solo per i caregiver, i cittadini in stato di disoccupazione da tempo, gli invalidi (ad almeno il 74%) e i lavoratori con attività usuranti.
Le attuali supposizioni sono di suddividere i beneficiari in due tipologie, chi rientra nella categoria protetta (caregiver, usuranti, disoccupati e invalidi), che potranno godere della pensione senza limite di età ma versando 41 anni di contributi, e i restanti (sempre 41 anni di contributi ma purché abbiano un minimo di 62 anni).
I cambiamenti oltre l’ampliamento
La vera novità consisterebbe nell’introduzione di una penalizzazione soggetta all’ISEE. Per i redditi più alti di 35.000€ si penserebbe a penalizzare l’importo erogabile nell’assegno, diversamente no.
La penalizzazione per chi va oltre la soglia limite reddituale prevederebbe un taglio annuale del 2% circa, una cifra che nel complesso si potrebbe definire “significativa”.
Sicuramente – penalizzazione a parte – non possiamo omettere i vantaggi che comporterebbe l’introduzione della Quota 41 flessibile: accesso garantito a chi ha un ISEE medio basso ed evitare il ricalcolo per intero del sistema contributivo (come invece accadeva con la 103).
Quota 41 in modalità flessibile sarà realmente approvata?
Alle condizioni attuali la Quota 41 ma in modalità flessibile potrebbe contenere i costi rispetto alla soluzione ordinaria (stimando circa 4 o 5 miliardi di euro annui), e questo proprio grazie al tetto ISEE da rispettare e alle eventuali penalizzazioni.
Tuttavia, dato che al momento i sindacati, i tecnici e il Governo dovrebbero trovare un accordo, il 2026 potrebbe essere un anno sperimentale, per poi valutare minuziosamente l’approvazione strutturale o meno.