Raffaella Rea, ospite di Generazione Z, ha parlato della sua carriera: in queste settimane appara nel piccolo schermo nel ruolo di Paola, nella fiction “Sopravvissuti”, ma in passato è stata protagonista di diverse altre produzioni, tra cui quella della miniserie “Pane e Libertà” sul sindacalista Giuseppe Di Vittorio. In questa occasione ha lavorato con Pier Francesco Favino, nelle vesti proprio del personaggio principale, interpretando la moglie. Un ruolo che ha voluto a tutti i costi.
“Per questa fiction ho rinunciato alla serie “Rosy Abate”. Ho dovuto scegliere tra le due. Non ho rimpianti. Le scelte che una persona fa sono sempre giuste per quel momento. Non vale ripensarci dopo, perché non sei più quella persona che eri prima”, ha rivelato. “Le fiction storiche danno la possibilità di accarezzare sentimenti molto forti che nel presente risultano stonati, sono archetipi. È una esperienza diversa”.
Raffaella Rea: “Ho rinunciato a Rosy Abate per Pane e Libertà”. Il ritorno in tv
Raffaella Rea, oltre a parlare della scelta del passato tra “Rosy Abate” e “Pane e Libertà”, a Generazione Z si è soffermata anche su “Sopravvissuti”, che sta tenendo incollati allo schermo i telespettatori. “È una fiction che merita il successo che sta avendo, è una novità. Le riprese sono state effettuate durante il Covid-19”, ha raccontato. L’attrice interpreta il ruolo di Paola, la moglie di Tano, che è sopravvissuto al naufragio dell’Arianna ma è profondamente cambiato. “È un personaggio complicato, di difficile identificazione. È una madre dell’epoca moderna”, così la definisce.
“La fiction, al di là della trama, tratta la capacità di affrontare il cambiamento dopo dei grandi traumi. Oltre ai sopravvissuti dell’Arianna, ci sono anche i sopravvissuti di terra che li hanno aspettati e che ora li hanno trovati cambiati. Nel caso di Paola, lei e Tano al momento della partenza avevano appena perso un figlio di 9 anni e al ritorno c’è un neonato ad attenderlo, di cui non sapeva l’esistenza”, ha concluso.