Fra gli argomenti più caldi in termini di finanza europea v’è, senza dubbio alcuno, il Recovery Fund, strumento fortemente voluto da Germania e Francia per traghettare il Vecchio Continente fuori dalla crisi economica improvvisa da cui è stato colpito e generata dalla pandemia di Coronavirus. L’Olanda, tuttavia, si dimostra poco permissiva (eufemismo) nei confronti delle nazioni dell’Europa meridionale, tanto da continuare a richiedere “raccomandazioni rafforzate“ nei confronti degli Stati che beneficeranno degli aiuti. L’ultima presa di posizione in ordine cronologico è datata 11 giugno 2020, quando i vertici dei Paesi Bassi, per bocca del ministro dell’Economia Wopke Hoekstra hanno dichiarato urbi et orbi: “Su condizionalità e riforme, le ricette differiscono Paese per Paese. Se si leggono le raccomandazioni della Commissione degli ultimi 10 anni, si vedono che sono diverse. Questo ha perfettamente senso. Alcuni paesi devono lavorare di più sul mercato immobiliare”.
OLANDA E RECOVERY FUND: GENTILONI OTTIMISTA
Tuttavia, consapevole delle tensioni che le sue parole avrebbero potuto generare, Hoekstra ha tenuto a precisare: “Questo può essere il caso dell’Olanda. Altri Stati, invece, devono operare su riforme del mercato del lavoro e delle pensioni” e, in questo caso, è facile da intuire il riferimento all’Italia. Stessa linea di pensiero per Austria e Finlandia, anche se va detto che i Paesi Bassi sono la nazione che più di altre manifesta con assiduità il proprio pensiero in materia di Recovery Fund. Come spiega “Il Giornale”, è sembrato decisamente più ottimista l’ex presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni, secondo cui un’intesa potrebbe essere raggiunta a breve, nel giro di alcune settimane. Certo, le condizionalità per le quali l’Olanda si sta disperatamente battendo e la fermezza delle sue intenzioni paiono allontanare ogni sorta di accordo fra gli Stati membri dell’UE, che potrebbe a questo punto nascere solo se sarà introdotta una “versione rafforzata delle raccomandazioni specifiche per Paese”.