Le donne che hanno terminato il loro percorso dopo esser state vittime di violenza, possono richiedere il reddito di libertà del 2025.
Finalmente l’INPS si è apprestata a rilasciare la guida operativa per concedere il Reddito di Libertà 2025 permettendo alle donne che sono state vittime di violenza di poter essere nuovamente incluse in un contesto sociale ai loro occhi “diffidente e difficile”.
Il contributo economico può arrivare fino ad una soglia massima di 500€ mensili da destinare per massimo un anno. L’indennità mira a supportare le donne in un percorso svolto alla riacquisizione della loro autonomia e come già detto, anche e soprattutto inclusione sociale. Ma come è possibile ottenerlo?
Reddito di libertà 2025 con risorse vecchie “recuperate”
Finalmente è possibile far domanda per l’ottenimento del Reddito di Libertà del 2025 a patto di rispettare la scadenza temporale, con la possibilità di inoltrare la richiesta a partire dal giorno 18 di aprile di quest’anno. Le domande accolte permetteranno alle beneficiarie di poter godere delle risorse disposte per questo nuovo anno in corso.
La novità però, sta nella possibilità di poter eccezionalmente, riacquisire parte dei fondi residui e “vecchi”, risultati magari ai tempi incapienti, purché la domanda venga inviata al Comune in cui si vive e nel periodo compreso tra il 5 di marzo e massimo il 18 aprile del 2025.
Il requisito più importante è naturalmente, aver seguito un percorso per dimenticare la violenza subita, grazie a degli assistenti sociali oppure presso un centro specializzato nel settore ma soprattutto autorizzato, indipendentemente dalla presenza di figli minorenni o meno.
Come far domanda per il Reddito di Libertà 2025
Per ottenere il Reddito di Libertà nel 2025 – ammesso che sussistano le condizioni minime – il primo step è scaricare il modulo SR208 e compilarlo in ogni sua parte: dalle informazioni personali delle potenziali beneficiarie al riferimento al Centro in cui la vittima di violenza è stata seguita (oltre che l’inserimento dell’IBAN dove ricevere l’accredito).
La domanda va presentata al Comune di residenza, che provvederà ad inoltrare il documento all’INPS. L’ente a sua volta valuterà la sussistenza dei requisiti e stabilirà se approvare o meno la richiesta. Qualora ci fosse un rifiuto ne verrà indicato anche il motivo, o verrà richiesto di integrare i documenti mancanti.
Dato che l’indennità è accettata in ordine cronologico e fino a quando ci sono le risorse, il suggerimento è di apprestarsi all’invio il prima possibile.
Infine, il sussidio è cumulabile con altre forme di aiuti quali: la NASpI, l’ADI e il Reddito di Cittadinanza.
