Referendum 2025, come votano i partiti? Preferenze divise nel centrosinistra che si spacca su alcuni temi mentre il centrodestra consiglia l'astensionismo

Referendum 2025, partiti schierati e divisi, alcuni anche internamente, sulle preferenze da esprimere per i quesiti abrogativi proposti. Se da una parte infatti, il centrodestra sembra essere compatto verso l’astensionismo per non raggiungere il quorum necessario alla validità del voto, dall’altra parte il centrosinistra è in continua evoluzione con spaccature nette su alcuni temi, specialmente quelli del lavoro relativi all’abolizione del Jobs Act. Al momento tra le opposizioni, solo Alleanza Verdi e Sinistra ed Europa Verde sono rimasti schierati per il Sì a tutte le cinque schede fin dall’inizio, mentre nel Pd ci sono state incertezze tra alcuni parlamentari. La segretaria Elly Schelin è intervenuta a chiarire i dubbi, in seguito all’incontro con la Cgil e ha dichiarato apertamente: “Pieno appoggio a tutti i quesiti, l’obiettivo è battere l’astensionismo“.



Mentre il leader di Italia Viva, Matteo Renzi ha scelto di sostenere solo la riforma della cittadinanza, non condividendo invece le proposte di abrogazione del Jobs Act sulle quali ha detto “Voterò no“. Il Movimento Cinque Stelle invece resta un’incognita, con una posizione finale che sembrerebbe essere quella della libera scelta ai cittadini, pur condividendo l’importanza della partecipazione popolare.



Referendum 2025, come votano i partiti: dall’astensionismo alle divisioni sui quesiti

Le posizioni dei partiti sui quesiti del Referendum 2025, centrodestra schierato sull’astensionismo, con Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia uniti in particolare contro la modifica dei requisiti per la cittadinanza italiana agli stranieri che hanno consigliato a tutti di non recarsi alle urne per facilitare il mancato raggiungimento del quorum del 50% più uno che renderebbe invalida tutta la procedura. Una strategia criticata dalla sinistra, che anche se resta divisa su alcuni quesiti sta invitando comunque gli elettori a fare una scelta.



Così come ha fatto il M5S che ha chiesto di partecipare pur manifestato dubbi sull’utilità dell’abbassamento degli anni necessari per diventare cittadini italiani, anche se il leader Giuseppe Conte ha evidenziato la propria preferenza dichiarando: “Voterò sì”. Restano poi divisi sui temi anche Azione di Calenda, che ha detto di votare No ai quesiti sul lavoro ma Sì alla cittadinanza, e Più Europa, orientata al voto sull’abrogazione della legge sulla sicurezza e sulla cittadinanza, ma non per le altre in materia di contratti a termine e licenziamenti.