La Lega lancia la candidatura di Alberto Stefani verso le Elezioni Regionali in Veneto: gli interventi di Salvini e Zaia che annuncia di essere capolista
LA LEGA LANCIA LA CANDIDATURA DI ALBERTO STEFANI IN VENETO: “PUNTIAMO AD ESSERE PRIMO PARTITO, FAMIGLIA UNITA”
Non sono semplici da “superare 15 anni ma dal palco della Lega mercoledì sera a Padova il Governatore uscente Luca Zaia ha ufficializzato il pieno sostegno ad Alberto Stefani come candidato unitario del Centrodestra per le Elezioni Regionali che si celebreranno il 23-24 novembre 2025. Dopo settimane di tensioni e di “moniti” lanciati agli alleati di Governo – sia locale che nazionale – il “Doge” punta dritto al sostegno per il presidente della Liga Veneta, nonché vicesegretario del Carroccio: lo fa a modo suo però, annunciando di aver raggiunto l’accordo con Stefani per essere capolista in tutte le province.
Quella che doveva essere inizialmente un’apertura di campagna elettorale di coalizione, con la presenza anche degli alleati Forza Italia e Fratelli d’Italia, è divenuta rapidamente una festa “monocolore” anche perché gli altri partiti del Centrodestra non hanno trovato l’accordo per la data comune, lamentando la scelta della Lega di “anticipare” di qualche giorno. Poco male, i comizi canonici con tutti i leader nazionali del Governo Meloni si terranno a ridosso del voto, nel frattempo c’è da correre per puntare dritto alla riconferma in casa Centrodestra di una primazia in Veneto che dura ormai da oltre 15 anni di Presidenza Zaia.
Contro il campo largo di Giovanni Manildo (ex sindaco in area Pd), Stefani si candida ad essere il più giovane Presidente di Regione d’Italia, ringraziando l’unità del partito sulla sua candidatura e auspicando di poter divenire ancora la prima lista in tutto il Veneto: «è una delle più grandi gioie avere un candidato leghista», spiega il vicepremier Matteo Salvini aprendo il comizio del Carroccio a Padova, «la battaglia è stata dura ma ce l’abbiamo fatta».
Stefani rivendica i temi fondanti della Lega e del Centrodestra in terra veneta, dal richiamo dei territori, alla sanità fino al concetto chiave dell’Autonomia differenziata: “Stefani Presidente” sarà scritto sul simbolo della Lega, smentendo le ipotesi sulla possibilità di avere la scritta Zaia che infatti nei giorni scorsi ha sollevato non poche critiche per tale decisione.
LE TENSIONI SU VANNACCI E CON GLI ALLEATI DEL CENTRODESTRA: COS’È SUCCESSO TRA ZAIA, SALVINI E MELONI
Le tensioni sul Veneto si sono poi sommate a quelle per i risultati delle Regionali in Toscana, dove la Lega a guida Vannacci ha ottenuto un misero 4,3% nelle urne, eleggendo solo un candidato (per di più con il listino bloccato): era dunque atteso l’evento di Padova per tastare il terreno della tenuta del partito all’interno della coalizione, e dallo stesso Luca Zaia sono giunte parole di conferma sull’unità interna del Carroccio, «La Lega è una squadra e una famiglia unita, è giusto condividere questo valore con tutti».
Certo 15 anni di reggenza Zaia lasciano il segno, sottolinea lo stesso Salvini, «non sarà semplice raccogliere il testimone ma c’è grande fiducia in Alberto», ha tutte le competenze e il profilo per condurre la Lega al trionfo nelle Elezioni Regionali 2025. La partita sul candidato leghista in Veneto ha visto duellare da vicino Fratelli d’Italia e il partito di Salvini e Zaia, spuntandola alla fine ma lasciando qualche strascico che probabilmente è responsabile della mancata presenza ieri degli alleati nel lancio della campagna elettorale.
Come hanno ricordato sia il Presidente della Camera Lorenzo Fontana (veneto doc) che il Governatore della Lombardia Attilio Fontana, la Lega deve «continuare ad essere il partito dei territori», mentre il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari ha lanciato un messaggio neanche troppo velato al vicesegretario Vannacci, «occorre prendere voti da desta a sinistra fino al centro perché la Lega è post-ideologica, non serve mandare un messaggio ideologico da una parte sola»,
IL DISCORSO DEL “PROBLEMA”: “DOPO ZAIA SCRIVI ZAIA, SARÒ CAPOLISTA OVUNQUE”
Al di là di capire quale tipo di accordo su lungo termine possa essere stato raggiunto tra Lega e FdI dopo la scelta di Stefani come candidato unitario alle Elezioni Regionali 2025, è rimasto il “problema” Zaia manifestato dal Governatore uscente nei giorni scorsi: «Se sono un problema allora divento un problema reale». Dopo aver ringraziato l’intero patrimonio della Lega per i 15 anni alla guida del Veneto, e dopo aver ribadito di essere «un militante sempre pronto dall’alba al tramonto», Zaia ha annunciato l’accordo raggiunto con Alberto Stefani.
«C’è una soluzione al mio essere un “problema”, mi candido capolista in tutte le Province alle Elezioni Regionali», sfidando così apertamente gli alleati di coalizione e togliendosi lo sfizio di incitare la folla con un caustico «dopo Zaia sulla scheda scrivi Zaia».
Dopo 15 anni di governo locale il Presidente uscente dice di non voler accettare alcun tipo di veto – come lo stop alla sua lista personale e niente nome sul simbolo della Lega – con la candidatura come capolista che serve proprio a chiudere la polemica e aprire la campagna a favore di Stefani, «lascio la Regione in ottime mani», ha detto dal palco di Padova. Alla fine avviene quanto lo stesso Matteo Salvini aveva annunciato circa un mese fa, parlando prima dell’accordo definitivo con gli alleati di «Stefani candidato e Zaia capolista».