Nel Regno Unito è più conveniente percepire i sussidi invece che lavorare: a dirlo è un'analisi condotta dopo le proposte sul Bilancio
Con la (certamente complessa) partita del Bilancio che procede serrata anche nel Regno Unito, una recente analisi condotta dal Centre for Social Justice ha rilevato a causa delle modifiche introdotte al sistema di welfare britannico dalla ministra Rachel Reeves, attualmente per un cittadino è nettamente più conveniente percepire i sussidi statali piuttosto che trovarsi un lavoro che gli garantisca uno stipendio dignitoso: si tratta di un vero e proprio problema perché se i lavoratori abbandonassero le loro carriere per percepire i sussidi disponibili nel Regno Unito, il sistema del welfare crollerebbe nell’arco di pochi anni o – addirittura – mesi.
Prima di entrare nel merito dell’analisi, è importante ricordare che la modifica apportata ai sussidi del Regno Unito dalla ministra Reeves – che nel frattempo deve combattere contro le richieste di dimissioni legate all’accusa di aver fatto del vero e proprio allarmismo attorno al deficit pubblico britannico al fine di indorare la pillola degli aumenti nelle tasse – è sostanzialmente una: infatti, nel Bilancio dovrebbe essere abolito il limite all’assegno percepito dalle famiglie a basso reddito che scatta oltre il secondo figlio; di fatto incrementando la cifra ricevuta a seconda dell’effettivo numero di figli.
L’analisi del Centre for Social Justice: “Nel Regno Unito è più conveniente essere disoccupati piuttosto che lavoratori”
Una modifica che, pur sembrano apparentemente minima, comporterà un vero e proprio capovolgimento della situazione economica tra i lavoratori del Regno Unito e i percettori dei sussidi: secondo l’analisi del Centre for Social Justice, infatti, una famiglia con tre figli, un genitore lavoratore e uno che percepisce sussidi riceverà circa 46mila sterline all’anno, che salgono addirittura a 55mila nel caso il numero di figli salga a cinque.

Dall’altra parte, invece, una famiglia del Regno Unito con entrambi i genitori lavoratori – uno a tempo pieno, l’altro part-time, entrambi con il salario minimo nazionale – riuscirà a portare a casa (al netto delle tasse, aumentate dal Bilancio proprio per sostenere i nuovi sussidi) solamente 28mila sterline all’anno: per raggiungere la cifra che percepisce la famiglia con sussidi, con tre figli sarebbe necessario guadagnare circa 71mila sterline lorde all’anno; oppure – addirittura – 90mila se i figli fossero cinque.
Non solo, perché secondo il Centre for Social Justice la stessa situazione si ripete anche guardando alle famiglie mono-genitoriali: se sul fronte di chi riceve i sussidi del Regno Unito, infatti, si parla di circa 43mila sterline all’anno con tre figli; sul fronte dei genitori single lavoratori si può ambire appena – sempre con lo stipendio minimo del Regno Unito – a poco più di 20mila sterline all’anno, rendendo di fatto poco conveniente la scelta di lavorare.
Per il Regno Unito – ma anche per qualsiasi altra realtà analoga, se esistesse – si tratta di un vero e proprio problema perché secondo il direttore del Centre for Social Justice Joe Shalam si sta creando un sistema di welfare in cui le persone sono “intrappolate nei sussidi e non riescono a (..) raggiungere l’indipendenza economica“, auto-alimentando un circolo vizioso in cui “i loro figli hanno il doppio delle probabilità di trovarsi in povertà assoluta”.
