Un’altra vittoria scomoda per l’Ue ai confini orientali, quella di Andrej Babis in Repubblica Ceca, dove si è imposto con il 34,8%
Una volta si parlava di “un assordante silenzio” quando una notizia poco gradita era censurata, ma cosa dire allora delle elezioni politiche di venerdì e sabato in Repubblica Ceca, totalmente ignorate dai media italiani?
Forse perché il risultato non è stato certo favorevole a Bruxelles si è preferito il silenzio mediatico, eppure il voto di Praga era importante, tanto che la sconfitta della maggioranza filo-europeista del premier uscente Petr Fiala sarà un’altra spina nel fianco per la von der Leyen visto che a vincere nettamente è stata la destra, apertamente schierata contro le sue politiche.
Ha vinto infatti con il 34,8% dei voti (+ 7,7%) “il Trump della Boemia” ovvero il miliardario Andrej Babis, 71 anni, leader del suo partito “Azione dei cittadini insoddisfatti”, movimento filo russo e ferocemente contrario soprattutto alle politiche green della UE.
Babis – con 80 seggi su 200 alla Camera – dovrebbe costruire abbastanza facilmente una maggioranza in coalizione con altri due partiti di destra (“Libertà e democrazia” e “Il partito degli automobilisti”) che sono addirittura su posizioni ancora più critiche sull’Europa.
L’ipotesi è che venga formata una coalizione che raggiungerebbe i 108 seggi. Un’altra ipotesi rilanciata dai commenti vedrebbe sempre Babis leader, ma con un governo al quale gli altri due partiti darebbero solo l’appoggio esterno.

Cocente invece la sconfitta di Fiala con il suo partito filo europeista “Insieme” che ha raggiunto solo il 23,3% (-4,5%). Fiala ha pagato per la situazione economica negativa del Paese e ha visto crollare anche il suo ex alleato di governo “Partito Pirata” di oltre il 7%.
Babis è noto per la sua amicizia con Donald Trump e il leader ungherese Viktor Orbán ma anche, in passato, con Silvio Berlusconi e lo stesso Putin, verso il quale è probabile un atteggiamento più morbido, ma non un rovesciamento completo delle posizioni di Praga.
Molto critico verso le politiche di Bruxelles, in campagna elettorale Babis aveva però escluso di voler indire un referendum per uscire dalla UE, criticando comunque fortemente la posizione dell’Unione e della NATO sul conflitto ucraino, che ha portato in Repubblica Ceca circa 400mila rifugiati (su 10,5 milioni di abitanti).
Da sottolineare che si è trattato di un turno elettorale contrassegnato dall’alta affluenza alle urne (quasi il 70%) che legittima quindi il prossimo premier.
A livello regionale l’ungherese Orbán può ora contare su un alleato fedele, oltre all’appoggio della Slovacchia e della presidenza polacca. Di fatto si sta creando ad Est un fronte di contestazione verso l’Unione Europea che è destinato a pesare in futuro sugli stessi equilibri comunitari.
Non sono mancate anche le curiosità: alla prima conferenza stampa dopo la vittoria, Babis si è presentato con in sottofondo le note della ben nota canzone dei Ricchi e Poveri Sarà perché ti amo…
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