I requisiti per uscire dalla pensione nel 2025 non saranno gli stessi del biennio, secondo cui ci potrebbe essere una aumento dell'età pensionabile.
I requisiti che permettono di andare in pensione nel 2025 potrebbero non essere gli stessi del prossimo biennio, ovvero tra il 2026 e il 2027. Molti aspiranti pensionati sono preoccupati da quel che si vocifera sull’innalzamento dell’età pensionabile.
Il motivo è strettamente legato alla Legge Fornero, che continuando a restare strutturale prevede di adeguare l’età con cui andare in pensione alle aspettative di vita, che si aggiorna in base ai dati ISTAT forniti in due anni.
Requisiti per andare in pensione nel 2025 e nel prossimo biennio
I requisiti per riuscire ad andare in pensione nel 2025 – come anticipato – cambieranno nel biennio 2026 e 2027. Le regole imposta dalla Legge Fornero vengono validate non solo per l’uscita ordinaria ma anche per quella anticipata (indipendentemente dalle misure adottate).
Rispetto a qualche anno fa, precisamente nell’anno 2019, precisamente durante il periodo della pandemia da Covid 19, il meccanismo di adeguamento è stato fermato per ovvi motivi, al contrario di quel che potrebbe accadere tra un anno.
Si prospetta – dai dati attuali ISTAT – che nel 2026 l’aspettativa di vita potrebbe allungarsi, prevedendo l’uscita dal lavoro di ulteriori tre mesi rispetto a quelli che ce ne vorrebbero oggi. Le modifiche a questo punto coinvolgerebbero sia il trattamento ordinario per la vecchiaia che quello riservati ai contributivi puri.
Le differenze tra i trattamenti previdenziali
Per i contribuenti che tenteranno di uscire con la pensione di vecchiaia ordinaria il requisito anagrafico passa dagli attuali 67 anni a 67 anni e tre mesi. L’innalzamento per i contributivi puri aumenta a 71 anni e 3 mesi.
Una sostanziale differenza – a patto che le aspettative per il 2027 si confermino – si nota per chi desidererà uscire anticipatamente dal lavoro. Non potendo incidere sull’età anagrafica, verranno innalzati i requisiti minimi contributivi: passando a 43 anni e un mese (un anno in meno per le contribuenti donne).
Anche sulla misura Quota 41 si aggiungeranno i fatidici tre mesi, così come per il trattamento anticipato meramente contributivo, la cui condizione anagrafica minima passa a 64 anni e 3 mesi e per i contributi a 25 anni e sempre tre mesi.
I requisiti per la pensione del prossimo biennio sono comunque soggetti alle future decisioni del Governo, che potrebbe – si suppone – fermare l’adeguamento proporzionato alle aspettative di vita.