Investitori USA vorrebbero ripristinare il Nord Stream. La pace può riaprire la strada al gas di Mosca. Ma non sarà la UE a scegliere
L’idea non è nuova: ripristinare e far funzionare a pieno ritmo il gasdotto Nord Stream 2, quello sabotato durante la guerra in Ucraina. Un’ipotesi accreditata dal Financial Times, secondo il quale ci sarebbero degli investitori americani pronti ad accordarsi con la Russia per questo. Un’operazione che lascia qualche dubbio, perché proprio gli USA potrebbero avere dei contraccolpi negativi per la vendita del loro GNL, ma ormai la situazione geopolitica ed economica cambia così velocemente che ci si potrebbe aspettare di tutto.
La pace in Ucraina, dice Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, potrebbe aprire al ritorno in grande stile del gas russo in Europa: i Paesi della UE ne avrebbero bisogno. Di certo, però, la decisione, su questo come su altri punti, non la prenderanno gli europei.
Secondo il Financial Times, ma è una voce ormai ricorrente, ci sono investitori USA pronti a riattivare il gasdotto Nord Stream in accordo con i russi. È un’ipotesi credibile? Perché gli americani dovrebbero avere interesse a farlo?
Certamente questi investitori non sono petrolieri, perché un’operazione del genere farebbe crollare il prezzo del gas e, pertanto, le entrate degli americani che esportano verso l’Europa. Insomma, è una situazione un po’ strana, anche se, da un certo punto di vista, è normale che escano queste voci: io mi devo ancora riprendere dalla chiusura del Nord Stream, faccio ancora fatica a credere che l’impianto sia stato sabotato. È la guerra, una tragedia, la confusione totale. Sono notizie che ci stanno: tre anni e mezzo fa, d’altronde, non avrei mai pensato che si arrivasse a una guerra. Dopo questo, tutto è possibile.
Potrebbe essere che gli americani vogliano controllarci nell’eventualità di un ritorno delle forniture di gas russo verso l’Europa?
No. Queste sono voci dovute al fatto che ci sono un sacco di imprenditori, di capitalisti, di amici di Trump, businessmen che provano a fare queste uscite, ma non credo che sia una cosa seria. Sono progetti che prima devono essere avallati dalla politica.
Trump potrebbe prendere in considerazione uno scenario del genere? Non creerebbe problemi alla commercializzazione del GNL americano, che noi compriamo dagli USA a un prezzo nettamente superiore a quello praticato dai russi quando ci vendevano il loro gas?
Trump potrebbe prendere in considerazione una simile eventualità. Penalizzerebbe il GNL americano, ma non è che le vendite di gas naturale liquefatto siano aumentate tantissimo o siano alte perché l’ha deciso un presidente. Sono alte perché costa poco e conviene venderlo negli Stati Uniti.
A meno che gli americani vogliano partecipare anche al business russo del gas. In quel caso, controllando il Nord Stream, non farebbero più all’Europa prezzi così favorevoli.
Sì, ma sarebbe una cosa un po’ strana. Del resto, anche il sabotaggio è stato strano, così come la guerra: tutto è strano. Certo, se faranno la pace, ci sarà molto da parlare di gas: l’ipotesi di un ritorno delle esportazioni russe verso l’Europa è una cosa di cui si sentirà parlare.
Le trattative USA-Russia per l’Ucraina hanno anche aspetti economici e commerciali. Cadranno le sanzioni e l’Europa potrà sfruttare l’occasione per riavere il gas russo?
Sfruttare non è la parola giusta. Sarebbe un altro di quegli eventi che passano sopra la testa dell’Europa, perché non è Bruxelles a decidere queste cose, le decidono gli altri. Poi faremo finta di essere a favore o contro, ma contiamo poco, purtroppo. Tutto succederà nella misura che converrà ai russi e agli americani. E noi siamo talmente a corto di gas che sarà meglio prenderlo. Del resto, non abbiamo mai esercitato un embargo totale sul gas russo: fino all’anno scorso ha continuato ad arrivare, e prosegue tuttora, seppure con volumi limitati.
Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, come Italia abbiamo cercato alternative al gas russo in Algeria. Ora l’ENI ha firmato un grosso accordo con Cipro ed Egitto per lo sfruttamento di alcuni giacimenti nel Mediterraneo orientale. Questi progetti non ci permettono di risolvere il problema?
Sono alternative serie, ma non bastano. Il volume di gas in arrivo dalla Russia era talmente grande che ci vogliono degli anni per rimpiazzarlo. Qualcosa è stato fatto, poi è anche caduta la domanda. Abbiamo ancora bisogno del gas russo. La crisi è stata devastante, ci vuole tempo.
Quali sono le prospettive attuali per il mercato del gas?
Come da regola, nei momenti difficili ci saranno diverse oscillazioni, i prossimi mesi saranno caratterizzati ancora dall’instabilità: i prezzi sono alti e dovremmo rimanere su questi livelli per un po’. Quindi scenderanno.
Prima che si riattivi il Nord Stream, comunque, ci vorrà tempo: anche per questo la situazione, per il momento, non cambierà?
C’è una parte del Nord Stream che si può usare. Ci vuole un po’ di tempo, ma tecnicamente è possibile. Ma soprattutto si può usare la capacità che è rimasta in funzione fino a poche settimane fa attraverso l’Ucraina. Lì transitavano 100 miliardi di metri cubi di gas. Se si fa la pace, è anche nell’interesse dell’Ucraina riprendere tutto. Dipende da come si svilupperà la trattativa per la fine della guerra.
(Paolo Rossetti)
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