Esclusiva decisamente “forte” quella realizzata dal programma di Rai Tre, “Chi l’ha Visto?”, in onda ieri sera. E’ stato raggiunto Riccardo Menenti, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Alessandro Polizzi assieme al figlio Valerio (fatti risalenti alla notte fra il 25 e il 26 marzo del 2013 a Perugia), entrambi fuori dal carcere per decorrenza dei termini. Menenti senior, parlando a Chi l’ha Visto?, sostiene di non ricordarsi bene cosa gli sia “passato per la testa” quella notte, e aggiunge che “purtroppo non è possibile ritornare indietro”. Ha poi spiegato, ribadendo: “Non so quale meccanismo si sia innescato. L’istinto mi ha detto di fermare queste persone perché dopo la terza quarta volta lo fanno secco”, sottolineando come abbia agito in difesa del figlio. “Questo mi ha fatto partire la testa – ha proseguito nel suo racconto – ho preso il furgone e sono andato a casa di questi ragazzi”. Quindi Menenti ha concluso: “Magari potessi tornare indietro a non si può fare. In un mondo fantastico sarebbe stato bello tornare indietro e modificare tutti gli eventi, tipo il non intervento delle istituzioni”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
RICCARDO MENENTI SCARCERCATO, IL LEGALE, “È PENTITO”
Riccardo Menenti, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Alessandro Polizzi, ucciso a 24 anni a colpi di pistola in un appartamento di via Ricci a Perugia nel marzo del 2013, ha rilasciato un’intervista esclusiva a Chi l’ha visto?, il programma di Federica Sciarelli in onda oggi, mercoledì 12 febbraio su Rai Tre. L’uomo, scarcerato per decorrenza dei termini il 20 gennaio scorso, è stato poi destinatario di un provvedimento di obbligo di dimora da parte della magistratura in attesa del terzo grado di giudizio. Riccardo Menenti ha dichiarato: “Volevo fermare Alessandro, il ragazzo che dava fastidio a mio figlio. Gli volevo dare una lezione”, queste le parole pronunciate dall’uomo che nel marzo di 7 anni fa entrò nell’appartamento nel quale Polizzi si trovava con la fidanzata Julia Tosti, ex del figlio Valerio e aprì il fuoco uccidendo il ragazzo e ferendo la giovane.
OMICIDIO POLIZZI: RICCARDO MENENTI SCARCERATO
Il movente che spinse Riccardo Menenti ad agire erano le continue violenze del Polizzi ai danni del figlio Valerio, il giorno del delitto ricoverato in ospedale e condannato a 16 anni per concorso in omicidio in qualità di mandante. In seguito alle polemiche scaturite dalla scarcerazione di Riccardo Menenti, nonostante 4 condanne all’ergastolo, l’uomo ha dichiarato a La Nazione: “Non so se sia giusto che sono libero adesso, ma so soltanto che non è dipeso da me e comunque questa non è libertà, è un proforma, un palliativo. Non c’è nessuna libertà, ed è comunque parte di un sistema che non ho inventato io. Avrei dovuto essere condannato per omicidio preterintenzionale, ma si è voluto credere alla verità che è stata raccontata e non a quella emersa dalle prove. Io la pistola non l’avevo con me. Nel processo si racconta che era del nonno, poi è diventato bisnonno. Sono andati per tentativi… non è che uno suppone. Tutte cose mai dimostrate. Tanto per cominciare non sono libero, pagherò per quel che ho fatto, penso spesso ad Alessandro e le cose non dovevano finire così. Ho chiesto scusa, ma non sono andato lì quella notte per uccidere”. Il legale Giuseppe Tiraboschi, sentito dall’AdnKronos, ha commentato: “Riccardo Menenti in sei anni e mezzo è stato un detenuto modello: ha studiato sostenendo esami universitari, ha lavorato, non ha mai ricevuto un rimprovero. Pentito già da tempo, è cambiato profondamente. Ora fuori dal carcere, vive con ansia l’attesa di un nuovo verdetto che potrebbe cambiargli notevolmente la vita”.