Le autorità dell'India hanno aperto un'indagine contro Gopichand Padalkar: il politico vicino a Modi che ha promesso soldi a chi uccide i cristiani

In India è stata ufficialmente avviata, dopo diverse settimane di ampie e diffuse proteste, un’indagine contro il politico Gopichand Padalkar che fa parte del partito Bharatiya Janata Party – tra le file del governo, nonché lo stesso che ha espresso il premier in carica Narendra Modi – in seguito ad alcune sue affermazioni decisamente controverse sulla fede cristiane, ritenute inclini ad alimentare un vero e proprio sentimento di odio religioso.



Partendo proprio dalle affermazioni fatte dall’esponente politico dell’India, è utile dire che il caso è scoppiato lo scorso 17 giugno durante un evento pubblico che si è tenuto nella città di Sangli: Padalkar in quell’occasione avrebbe commentato il suicidio di una donna alle (del tutto presunte) pratiche di “conversione religiosa forzata” operate da parte dei fedeli e dei religiosi cristiani sul territorio indiano.



Non solo, perché in un secondo momento ha anche messo in dubbio la capacità di Gesù di compiere miracoli, invitandolo a “rimuovermi dal mio incarico” nel caso in cui sia veramente onnisciente, precisando – poco dopo – che in ogni caso “non farà nulla”; mentre la parte decisamente più contestata del suo discorso è quella relativa all’offerta di ricompense economiche per chiunque – tra i presenti, e non solo – avrebbe picchiato i (sempre presunti) cristiani incaricati delle conversioni forzate, o – addirittura – per chi avrebbe deciso di uccidere un prete o un sacerdote.



Aperta un’indagine contro Padalkar: il politico dell’India accusato di fomentare l’odio religioso

Già in occasione del suo discorso pubblico, il politico dell’India aveva attirato a sé numerose critiche, poi sfociate in una protesta collettiva che ha raccolto – nelle varie città – circa 5mila fedeli cristiani, tutti incentrati sulla richiesta che le autorità muovessero un’indagine nei confronti di Padalkar; mentre l’esito sarebbe stato pressoché nullo, fino a quando non si è mosso l’attivista Melwyn Fernandes che ha caricato il video del discorso del politico su YouTube.

India, religione Sikh (Foto: Pexels)

Fernandes, infatti, ha accusato le autorità dell’India di favorire “l’impunità politica”, danneggiando il suo stesso ruolo istituzionale e la fiducia che i cittadini dovrebbero riporre nello Stato e – dopo che il video è diventato virale in tutta l’India – la Corte suprema di Mumbai ha deciso di aprire d’ufficio un fascicolo con le pesantissime accuse di promozione dell’odio tra gruppi e dell’odio religioso, di intimidazione criminale, aggressione, violazione della pace e minaccia all’armonia comunitaria.