Riforma pensioni 2025, le considerazioni dell’esperto previdenziale Mauro Marino in vista della manovra

RIFORMA PENSIONI 2025, LE CONSIDERAZIONI DI MARINO

Si sta parlando molto in questi giorni delle possibili misure di riforma delle pensioni che il Governo Meloni potrebbe inserire nella prossima Legge di bilancio. Secondo Mauro Marino, si tratta, tuttavia, di interventi di maquillage su un sistema che invece andrebbe riformato più in profondità. A partire, per esempio, dalla separazione contabile tra assistenza e previdenza, e un controllo mirato sulla prima, in modo da reperire risorse per interventi sulla seconda.



Una separazione chiesta anche in diverse occasioni dai sindacati, ma che il Presidente dell’Inps Fava ha spiegato di ritenere impossibile da applicare se non con effetti negativi sui conti pubblici. Secondo l’esperto previdenziale occorrerebbe poi puntare su una flessibilità pensionistica.

Gabriele Fava (Ansa)

RIFORMA PENSIONI 2025, LA FLESSIBILITÀ DA 62 A 70 ANNI

In particolare, come ribadisce nel suo ultimo intervento su pensionipertutti.it, andrebbe consentita la possibilità di andare in quiescenza a 62 anni con penalizzazioni sull’importo del futuro assegno, ma anche avallare la possibilità di restare al lavoro fino a 70 anni avendo invece delle maggiorazioni. L’idea di fondo, quindi, è di concedere più libertà di scelta agli italiani. Per Marino bisognerebbe anche cominciare a ragionare sulla possibilità che parte dei costi previdenziali debbano essere sostenuti anche dalle aziende che usano l’intelligenza artificiale, visto che questa andrà inevitabilmente a sostituirsi ad alcuni lavoratori. Una sorta, quindi, di tassa, con cui alimentare le entrate contributive.



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