Riforma pensioni 2025, più del 9% dei percettori dell’assegno continua a lavorare appena raggiunta la quiescenza
RIFORMA PENSIONI 2025, LA RICHIESTA DI GUERRA E RICCIARDI
Con un’interrogazione parlamentare, i deputati del Pd Maria Cecilia Guerra e Toni Ricciardi hanno denunciato l’esistenza di un problema riguardante i cittadini italiani che percepiscono una pensione dalla Germania e che, in assenza di un certificato dell’amministrazione tedesca, difficile da ottenere in tempi brevi per via dell’alto numero di richieste, rischiano di non poter dedurre la tassazione già operata in Germania dal reddito imponibile in Italia, finendo così per pagare due volte le imposte sulla pensione tedesca. Per questo Guerra e Ricciardi chiedono al ministero dell’Economia e delle Finanze italiano di intervenire per garantire ai cittadini interessati di poter vedere garantiti i loro diritti.
RIFORMA PENSIONI 2025, I PENSIONATI CHE CONTINUANO A LAVORARE
Intanto tra i dati interessanti comunicati giovedì dall’Istat, anche se riferiti al 2023, vi è quello che evidenzia come il 9,4% di chi riceve una pensione abbia lavorato nei primi sei mesi successivi al ricevimento del primo assegno, una percentuale più bassa rispetto alla media Ue pari al 13%. Più della metà lo ha fatto per soddisfazione personale e per continuare a essere produttivo nella società, mentre il 29,7% per ragioni economiche. Più in generale, il 6,3% dei pensionati tra i 50 e i 74 anni ha un’occupazione, principalmente part-time nei settori dell’agricoltura e del commercio. L’Inps, invece, si prepara a recuperare a giugno il bonus energia del 2022 ai pensionati cui è stato erogato senza che ne avessero diritto.
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