Riforma pensioni 2026, le parole di Alberto Brambilla e i dati di una ricerca Cida-Itinerari previdenziali

RIFORMA PENSIONI 2026, LE PAROLE DI BRAMBILLA

Il Presidente del Centro Studi Itinerari Previdenziali Alberto Brambilla, oltre a fornire rassicurazioni sulla sostenibilità del sistema pensionistico italiano, appesantito purtroppo dalla spesa assistenziale, ha ricordato come la previdenza complementare in Italia sia indispensabile, dal momento che i livelli salariali nel nostro Paese non consentono di avere assegni pensionistici adeguati, e da incentivare, anche tramite una tassazione inferiore dei rendimenti. Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon non esclude un intervento per rendere “obbligatorio” il versamento del Tfr in un fondo pensione per i neoassunti, andando anche oltre il semplice semestre di silenzio-assenso. Vedremo se nella Legge di bilancio ci sarà una misura specifica in merito.



Claudio Durigon (Ansa)

RIFORMA PENSIONI 2026, I DATI SUL BLOCCO DELLE INDICIZZAZIONI

Itinerari Previdenziali, insieme alla Cida, ha intanto presentato uno studio dal quale emerge che il blocco parziale delle indicizzazioni delle pensioni ha causato un perdita del potere d’acquisto del 21% in 14 anni. Una penalizzazione che ha riguardato in particolare gli assegni sopra i 2.500 euro lordi e che colpisce, quindi, coloro che contribuiscono in misura maggiore al gettito Irpef. Tra l’altro se nella Legge di bilancio non dovessero esserci significativi cambiamenti nel sistema attuale di indicizzazione, questa perdita proseguirebbe nei prossimi anni. Difficile, tuttavia, ipotizzare che venga ripristinata la rivalutazione piena per tutte le pensioni, visto il costo che comporta per le casse dello Stato.



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