Riforma pensioni 2025, l’aumento dei requisiti pensionistici dal 2027 potrebbe avvenire in modo graduale
RIFORMA PENSIONI 2025, L’IPOTESI SULL’AUMENTO DEI REQUISITI
Sembra che alla fine nella manovra non ci sarà il congelamento totale dell’aumento di tre mesi dei requisiti pensionistici, che tuttavia sarà “spalmato” su tre anni: un mese in più dal 2027, un altro mese in più dal 2028 e infine un terzo mese in più dal 2029. Sembra che verranno risparmiati da questo incremento solamente i lavoratori precoci e quelli che svolgono attività gravosi o usuranti, ma non i militari e gli appartenenti alle forze dell’ordine. Intanto il ministero del Lavoro ha firmato un protocollo d’intesa triennale con il Consiglio nazionale dei giovani per la promozione della cultura previdenziale, un tema cruciale per il futuro delle nuove generazioni che passa anche dalla previdenza complementare.
RIFORMA PENSIONI 2025, LE PAROLE DI FAVA
A proposito di giovani, Gabriele Fava, Presidente dell’Inps che ha dedicato un portale proprio alle nuove generazioni, presentando il Rapporto annuale a Catania, ha ribadito che i conti dell’Inps sono solidi e che le pensioni “ci sono e ci saranno sempre”. Un messaggio sulla solidità del patrimonio e dei conti è stato trasmesso anche dal Presidente dell’Enpam (la cassa previdenziale di medici e odontoiatri) Alberto Oliveti, che al Congresso della Federazione dei medici di medicina generale ha ricordato invece che non ci saranno aumenti dei requisiti pensionistici, né dei contributi previdenziali, nonostante il trend demografico che nei prossimi anni promette di far vedere più nuovi pensionati che nuovi iscritti, almeno fino al 2040.
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