PARLA TRIA SU QUOTA 100
Intervistato dal Corriere della Sera, parla il Ministro dell’Economia Giovanni Tria in merito al prossimo futuro della Finanziaria tutt’ora in bilico non sapendo quale Governo e quando potrà essere approvata: il titolare del Mef prova però a “rassicurare” sul possibile aumento dell’Iva ribadendo come la riforma delle pensioni di Quota 100 e il reddito di cittadinanza con i loro risparmi dovrebbe scongiurare gli “allarmi” sui conti pubblici. «Il contributo per un minore indebitamento sarebbe anche più dello 0,3%»; non solo, per Tria quei 5 miliardi di euro risparmiati potrebbero anche essere di più. «sarebbero frutto delle minori spese legate al reddito di cittadinanza e quota 100, che insieme alle maggiori entrate ed i minori interessi sul debito, porterebbero il tesoretto a 6-8 miliardi di euro». Per il Ministro dell’Economia questi calcoli però «Dipendono da noi, se sapremo conservare la calma sui mercati e quindi uno spread fra titoli italiani e tedeschi sui livelli attuali o poco più bassi». (agg. di Niccolò Magnani)
RISCATTO LAUREA: I PRIMI RISULTATI
Secondo uno studio del Sole 24 ore sui primi risultati del piano di riscatto laurea sulle pensioni, il trend analizzato è positivo e sono bastati 4 mesi per superare l’intero anno 2018 come domande pervenute: il riscatto viene particolarmente gradito dunque da tutti quegli italiani lavoratori che stanno utilizzando la possibilità introdotta dal decreto Pensioni Quota 100-Reddito di Cittadinanza (il numero 4 del 2019, il “Decretone”). «Da marzo a luglio sono arrivate 32.479 domande, il 51% (16.603) seguendo le nuove regole che permettono di accedere a un riscatto low cost», spiega l’analisi del quotidiano economico su dati Inps. Ricordiamo che per poter scegliere il riscatto “agevolato” servono due unici requisiti: il corso di studi deve collocarsi nei periodi di competenza del metodo contributivo (ovvero dall’inizio del 1996 in poi, ndr) e soprattutto il lavoratore deve aver almeno un contributo versato nella gestione Inps dove intende riscattare. (agg. di Niccolò Magnani)
LANDINI (CGIL): “CANCELLARE QUOTA 100? NON BASTA..”
In una lunga intervista al Corriere della Sera nel pieno della crisi di Governo è Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, a porre l’accento su cosa dovrà fare il prossimo governo, qualunque esso sia, in merito al tema cruciale del lavoro e della riforma pensioni. Il leader di sinistra non hai mai nascosto la sua contrarietà alla Quota 100 ma secondo lui cancellarla non può essere l’unico provvedimento da adottare: «cancellarla o confermarla, non è questo il problema. Cgil, Cisl e Uil sono per una riforma complessiva che assicuri una pensione di garanzia per i giovani, tuteli le donne, garantisca una flessibilità in uscita per chi ha 62 anni di età o 41 di contributi, separi la previdenza dall’assistenza e riconosca che non tutti i lavori sono uguali e che quindi ci sono diverse aspettative di vita». Ancora Landini, sempre ai colleghi del CorSera «ribadiamo l’urgenza di rinnovare i contratti per milioni di lavoratori e di recepire per via normativa gli accordi interconfederali sulla rappresentatività. Debbono aumentare i salari e le pensioni e per questo serve una riforma fiscale che, oltre a combattere l’evasione, riduca la tassazione a pensionati e dipendenti e introduca la detassazione degli aumenti salariali dei contratti nazionali».
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DAMIANO
Cesare Damiano è intervenuto recentemente sulla crisi di Governo e ha anche citato gli ultimi dati che sono arrivati in tema di riforma pensioni. “Mentre è giusto rendere più flessibile il sistema previdenziale, il promesso ricambio generazionale rimane nel libro dei sogni. L’Osservatorio dei Consulenti del lavoro stima un magro turnover nei settori privati, al 30%. Mentre non si sbloccano le assunzioni nel Pubblico Impiego e il Governo si ostina a non utilizzare le graduatorie di vincitori e idonei di concorso”, ha segnalato l’ex ministro del Lavoro, per il quale è importante “attingere dalle graduatorie di concorso per sopperire alle gravi carenze organiche che stanno indebolendo le pubbliche amministrazioni”.
IL PARERE SULL’ALLEANZA PD-M5S
“È evidente che il Governo, o chi ne ha decretato la fine, non ha a cuore le sorti di questo Paese e dei servizi pubblici che quotidianamente eroga ai cittadini/utenti, al di là di tutte le parole e di tutte le promesse. La mancata proroga della vigenza delle graduatorie, conferma che non è mai esistito un Governo del cambiamento e che molti lavoratori, idonei e vincitori di concorso, verranno sacrificati da meschini calcoli elettorali”, ha aggiunto l’esponente dem, che ha dato anche un giudizio sul possibile accordo tra il suo partito e il Movimento 5 Stelle, ricordando che il salario minimo “è stato la ‘bandierina’ del Movimento 5 Stelle e la posizione del Pd, contenuta nella proposta di legge di Nannicini, è agli antipodi rispetto a quella di Di Maio”. “Noi privilegiamo la contrattazione, i 5 Stelle pongono le basi per un suo indebolimento. Ci andrei dunque cauto”, ha poi detto.