RIFORMA PENSIONI/ Uil contro conclusioni Commissione previdenza-assistenza
Riforma pensioni, Proietti e Barbagallo spiegano che le conclusioni della Commissione istituzionale per separare assistenza e previdenza sono imbarazzanti

UIL CONTRO CONCLUSIONI COMMISSIONE ASSISTENZA-PREVIDENZA
In una nota Domenico Proietti e Carmelo Barbagallo spiegano che “le conclusioni della Commissione istituzionale per separare assistenza e previdenza sono imbarazzanti e segnano il fallimento nell’assolvere al compito assegnatole dal Parlamento. Affermare infatti che non è possibile separare la spesa previdenziale da quella assistenziale è contro ogni evidenza”. Il Segretario confederale della Uil e il Segretario generale della Uilp evidenziano che “ci sono stati rappresentanti di importanti Istituzioni che hanno, in maniera ripetuta e reiterata, ostacolato i lavori della Commissione. Il Comitato ristretto, auto-nominatosi, ha di fatto espropriato la Commissione della propria funzione”. “La Uil e la Uilp continueranno a portare avanti la loro battaglia per una reale separazione della spesa per pensioni dalla spesa assistenziale, al fine di dimostrare che in Italia si spende in media quanto negli altri Paesi dell’Ue. Questa operazione verità è sacrosanta per reintrodurre principi di equità e giustizia nel nostro sistema previdenziale”, aggiungono Proietti e Barbagallo.
IL PATTO GENERAZIONALE CHIESTO DALL’ANIEF
In base alle misure di riforma pensioni contenute nella Legge di bilancio, come ricorda Marcello Pacifico, “il prossimo anno si potrà andare in pensione con Quota 102, ma urge una revisione urgente del sistema perché sia più equo”. Interpellato da Teleborsa, il Presidente dell’Anief ricorda in particolare che “un 22enne di oggi dovrebbe lavorare fino a 81 anni per avere il 60% dell’ultimo assegno” e questo “non è corretto. Non è un sistema giusto. È un sistema tra l’altro che ci allontana molto dall’Europa, dove si va in pensione a 63 anni e non a 67 anni e si va in pensione con il massimo dei contributi”. “Noi chiediamo al Governo un impegno chiaro, un patto generazionale, perché è vero che la Repubblica Italiana è fondata sul lavoro, ma è anche vero che dopo una vita di lavoro bisogna anche godersi un po’ di pensione”, aggiunge Pacifico, che nelle scorse settimane era tornato a chiedere una finestra di pensionamento anticipato specificatamente dedicata al personale scolastico.
LA DECORRENZA DELL’ASSEGNO RISPETTO ALLA DOMANDA
Nel rispondere a una domanda di un lettore di orizzontescuola.it, Patrizia Del Pidio ricorda che “solitamente la decorrenza della pensione si ha dal primo giorno del mese successivo a quello di raggiungimento dei requisiti di accesso (ovviamente previa presentazione della domanda di pensione). Per avere la decorrenza del trattamento, inoltre, è necessario cessare l’attività lavorativa se si è dipendenti (agli autonomi non è richiesto)”. Questo vuol dire, per fare un esempio, che cessando l’attività lavorativa il 31 dicembre, e avendo scelto all’atto di presentazione della domanda di pensione il 1° gennaio come data di decorrenza, di fatto la pensione “spetta da gennaio”. A seconda di quando è stata presentata la domanda si può anche capire se sarà o meno possibile incappare in ritardi. nel quale caso al momento del primo pagamento effettivo verranno erogati anche gli arretrati dovuti. Nel caso in esempio, a partire da gennaio.
L’AUMENTO DEGLI INTERESSI LEGALI PER L’INPS
Come riporta pensionioggi.it, con una circolare diffusa il 29 dicembre, l’Inps ha spiegato che dal 1° gennaio 2022 scatterà un aumento degli interessi legali dovuti per il ritardo nei pagamenti dei contributi, che passeranno dallo 0,01% all’1,25%. Diventeranno quindi più costosi i ritardati pagamenti dei contributi dovuti all’Inps, ma “la modifica del tasso legale produrrà effetti anche con riferimento al ritardo delle pensioni e alle prestazioni in pagamento dall’Inps (come ad esempio le prestazioni di fine rapporto e di fine servizio). In particolare il ritardato pagamento delle prestazioni in scadenza dal 1° gennaio 2022 sarà oggetto di un interesse legale pari allo 1,25%”. In una tabella predisposta dal sito specializzato in notizie previdenziali viene evidenziato che è dal 2014 che il tasso degli interessi legali dovuti non si trovava almeno all’1% e che il 2021 è stato l’anno di minimo assoluto.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI GHISELLI
Nella Legge di bilancio che ha ricevuto anche il via libera della Camera è prevista la creazione di un fondo destinato ai pensionamenti anticipati nelle piccole imprese in crisi (finanziato per 150 milioni per quanto riguarda il 2022). In merito, Roberto Ghiselli, intervistato da pensionipertutti.it, evidenzia che “non sono chiare la natura e le modalità di gestione” di tale fondo, “che rischia di sovrapporsi ad altre misure e strumenti già previsti dalla legislazione; sarebbe stato sicuramente più opportuno estendere e semplificare la gestione degli strumenti già esistenti, come l’isopensione o il contratto di espansione”. Per quest’ultimo, come noto, è prevista un’estensione della platea delle aziende che potranno farvi ricorso visto che saranno ricomprese tutte quelle con almeno 50 dipendenti.
LA RICHIESTA SUL CONTRATTO DI ESPANSIONE
Una mossa che il Segretario confederale della Cgil giudica positivamente, anche se “persiste la necessità di una modifica per coloro che accederanno alla pensione di vecchiaia attraverso questo strumento di sostegno, visto che per loro non verrà garantita alcuna copertura contributiva per il periodo di percezione dell’assegno. È invece molto importante aver accolto l’emendamento che prevede il diritto a un sostegno nel periodo di sosta, per le lavoratrici e i lavoratori in part-time verticale ciclico. Nonostante siamo consapevoli che le risorse potranno non essere sufficienti, si tratta di un passo avanti straordinario, ci auguriamo anche per le ricadute pensionistiche, visto che potrebbe determinare un aumento dell’imponibile previdenziale, per raggiungere il minimale contributivo – nel caso di riconoscimento della Naspi”.
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