La regione asiatica è tra i primi produttori di rinnovabili, ma l'adozione è ancora lenta: i consigli dell'ESCAP per risolvere il paradosso
Un recente rapporto dell’ESCAP – ovvero la Commissione economica e sociale dell’ONU dedicata interamente alla regione asiatica – ha evidenziato l’importante paradosso delle fonti energetiche rinnovabili che interessa l’area dell’Asia, tra i principali produttori al mondo di energia pulita, ma anche fanalino di coda della transizione energetica con una percentuale di utilizzo delle rinnovabili piuttosto bassa e una crescita quasi costante – dal 2000 a questa parte – di uso delle fonti tradizionali inquinanti.
Partendo dai dati nudi e crudi, infatti, particolare enfasi nel rapporto dell’ONU è posta sul fatto che l’intera regione asiatica abbia più che triplicato la sua produzione di energia tramite le rinnovabili, arrivando – soprattutto grazie al contributo della Cina – a più di 1.700 gigawatt (rispetto ai 500 di appena 10 anni fa): un dato sicuramente significativo, ma al contempo completamente oscurato dal fatto che l’intera ragione utilizzi appena il 16,3% di energia pulita nel suo mix; decisamente insufficiente per definire “a buon punto” la transizione verso fonti di approvvigionamento non inquinanti.
Come risolvere il paradosso delle rinnovabili nella regione asiatica: i consigli degli esperti dell’ESCAP
Dietro a questi (per certi versi disastrosi) dati sull’uso delle rinnovabili si nasconderebbero – secondo il report della Commissione asiatica ONU – alcuni fattori strutturali che hanno tardato l’adozione delle rinnovabili a favore di fonti di approvvigionamento più sicure: prima fra tutte, quasi ovviamente, l’enorme crescita demografica ed economica degli ultimi anni che ha fatto schizzare alle stelle la domanda di energia al punto da costringere a un aumento delle forniture.
Altrettanto impattante è il tema della cosiddetta “intensità energetica“, intesa come la quantità di energia necessaria per sostenere il PIL della regione: l’intensità, infatti, è in calo (e il dato di per sé è positivo perché implica che viene usata meno energia), ma accompagnata anche da un uso massiccio dei combustibili fossili dato che l’adozione delle rinnovabili non cresce di pari passo con il Prodotto interno lordo.
Non tutto, però, è ovviamente perduto perché secondo l’ESCAP ci sono alcuni possibili passi da fare per migliorare l’uso di rinnovabili e abbandonare progressivamente i fossili: il primo, ovviamente, è quello di mettere in campo un piano di investimenti tale da permettere lo stoccaggio di energia pulita e sopperire alle naturali oscillazioni delle rinnovabili; mentre altrettanto importante potrebbe essere lo stimolo degli investimenti privati per rendere i mercati più competitivi e attraenti per i grandi investitori esteri.